Registro dei lobbisti: via libera della Camera. Di che si tratta?

Adele Restivo

27 Aprile 2016 - 14:32

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Registro dei lobbisti: la Giunta per il regolamento della Camera ha dato il via libera. Che cos’è? Un piccolo ma significativo passo in avanti verso una trasparente regolamentazione della materia.

Registro dei lobbisti: via libera della Camera. Di che si tratta?

La Giunta per il regolamento della Camera ha dato il via libera al registro dei lobbisti, con un’unica astensione, quella del Movimento 5 stelle.

Cos’è il registro dei lobbisti?

Si tratta di un protocollo sperimentale, ma nel quale sono previste specifiche sanzioni, dalla sospensione del tesserino del lobbista, al suo ritiro definitivo qualora venissero violate le disposizioni contenute nel testo.

Come si ottiene il tesserino? E’ necessario non aver subito una condanna, in via definitiva, per una determinata tipologia di reati, tra i quali quelli contro la Pubblica amministrazione.

I lobbisti non potranno muoversi liberamente nel Palazzo, ma saranno individuati degli spazi appositi. Infine, ogni anno, dovranno stilare una relazione relativa all’attività svolta.

Si sente sempre più spesso parlare di un “Parlamento ostaggio delle lobby”, oppure del fatto che “le lobby hanno vinto ancora una volta”, generalmente a proposito dell’impossibilità di attuare questa riforma oppure quel determinato provvedimento. Ma chi sono i lobbisti?

Chi sono i lobbisti?

Il mestiere di lobbista, di origine anglo-americana, è previsto e regolamentato anche a livello europeo e in generale non implica nulla di “pericoloso” per il sistema democratico.

La parola “lobby” significa “gruppo di pressione”: ciò indica genericamente un gruppo di persone che cerca di esercitare la propria influenza, in maniera totalmente legittima, sul potere politico e amministrativo per difendere un interesse.

Anche un sindacato, un’associazione studentesca, un’associazione di commercianti o di imprenditori, un’organizzazione per i diritti umani, in questo senso, svolgono attività di lobbying: cercano di fare pressioni sui politici perché tengano conto dei loro interessi – e di quelli delle persone che rappresentano – nel fare le leggi.

Ancora oggi, insomma, quando si parla di lobby in Italia si evocano immediatamente figure losche alla Luigi Bisignani, oppure alla Francesca Chaouqui, che nulla hanno a che fare con la professione del portatore di interessi, ma sono piuttosto, ambigui faccendieri.

L’astensione del M5S

Il registro è stato approvato all’unanimità delle forze politiche, ad eccezione del M5S che si è astenuto, perché, come ha dichiarato l’on. Danilo Toninelli,

“si tratta solo di un registro degli ingressi che non riteniamo assolutamente sufficiente, serve una legge sulle lobby”.

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