3 regioni italiane in zona verde: cosa significa

Fiammetta Rubini

17 Giugno 2021 - 17:00

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Zona verde in tre regioni italiane nella nuova mappa a colori dell’UE. Il resto dell’Italia è arancione. Cosa significa per le regole di viaggio.

3 regioni italiane in zona verde: cosa significa

Spuntano nuove zone verdi in Italia nella mappa a colori dell’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) aggiornata giovedì 17 giugno.

Nella mappa le aree dei Paesi europei sono contrassegnate con verde, arancione, rosso, rosso scuro e grigio in base all’incidenza dei casi Covid e al tasso di contagi in rapporto ai tamponi.

Essere in zona verde, arancione o rossa nella mappa europea del contagio può essere vincolante in ambito viaggi: un Paese può infatti decidere di imporre restrizioni ai viaggiatori provenienti dalle aree rosse o toglierle per chi arriva dalle zone verdi.

In Italia ora ci sono solo zone verdi e arancioni. Vediamo quali sono e cosa significa.

Mappa Ue, regioni italiane in zona verde e arancione

La mappa dell’ECDC sui casi Covid-19 è una mappa a sostegno delle raccomandazioni del Consiglio europeo su un approccio coordinato per quanto riguarda le restrizioni alla libera circolazione in risposta alla pandemia. Le aree dei Paesi dell’UE (più Islanda, Liechtenstein e Norvegia) vengono contrassegnate con un sistema a semaforo. Le regioni saranno colorate di verde, arancione, rosso e rosso scuro a seconda del tasso di nuovi positivi anche in rapporto ai tamponi effettuati, considerati a 14 giorni e su 100mila abitanti.

Le mappe si basano sui dati comunicati dagli Stati membri dell’UE al database del Sistema di sorveglianza europeo (TESSy) ogni martedì, e servono per mostrare i livelli di rischio nei vari Paesi.

Nella mappa aggiornata al 17 giugno l’Italia è tutta arancione, con Sardegna, Liguria e Molise in zona verde. La mappa mostra un quadro nettamente migliorato sia nel nostro che negli altri Paesi. La scorsa settimana la Calabria era rossa e l’unica regione verde era il Molise.

In Europa sono zona verde l’Islanda, la Finlandia, la Romania, quasi tutta la Polonia, una parte della Germania, alcune aree dell’Ungheria, Bulgaria e Repubblica Ceca.

Cosa significa essere in zona verde

Sulla base della mappa comune i singoli Stati membri possono decidere se introdurre determinate restrizioni, come quarantena o tampone, ai viaggiatori provenienti dalle aree più a rischio. La mappa fornirà inoltre ai viaggiatori informazioni generali sul livello di rischio a destinazione.

Gli Stati membri hanno concordato che non ci saranno restrizioni per i viaggiatori provenienti da zone verdi. Per tutti gli altri possono essere richiesti quarantena o tampone da fare prima o dopo l’arrivo. In particolare a tutti coloro che arrivano da aree rosso scuro, a causa del particolare rischio, tutti i Paesi Ue dovrebbero richiedere di fare un tampone prima della partenza e di sottoporsi ad autoisolamento all’arrivo.

Con l’entrata in vigore del green pass dal 1° luglio le cose cambieranno, ma nel frattempo ci sono diversi Paesi che seguono le indicazioni della mappa ECDC per regolare gli ingressi dall’estero. La Croazia, ad esempio, consente l’ingresso senza restrizioni a chi proviene da Paesi UE/SEE in zona verde a condizione che sia vaccinato da almeno 14 giorni, negativo a un tampone molecolare entro le 48 ore precedenti o in possesso di un certificato di guarigione. L’Estonia prevede un periodo di quarantena di 10 giorni se si arriva da un paese UE/SEE da zona rossa, ossia con un tasso di infezione superiore a 150 casi per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni.

Zone verdi, arancioni e rosse nella mappa europea

Ecco come una regione entra in zona verde, arancione, rossa o rossa scuro nella mappa europea del rischio Covid-19.

  • Zona verde: se l’incidenza a 14 giorni è inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e il tasso di positività al test è sotto il 4%, o se l’incidenza è inferiore a 75 e il tasso di positività inferiore all’1%
  • Zona arancione: se l’incidenza è inferiore a 50 casi e il tasso di positività al tampone è pari o superiore al 4%, o se l’incidenza è sopra i 50 e sotto i 75 e il tasso di positività è pari o superiore all’1%, o ancora se l’incidenza è tra 75 e 200 e il tasso di positività è sotto il 4%
  • Zona rossa: se l’incidenza è tra 50 e 150 e il tasso di positività è pari o superiore al 4%, o se l’incidenza è superiore a 150 ma inferiore a 500
  • Zona rosso scuro: se l’incidenza è superiore a 500 casi
  • Zona grigia: se i dati sono insufficienti o se il numero di tamponi effettuati a 14 giorni è inferiore a 300 casi su 100mila abitanti.

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