Referendum sull’oro in Svizzera verso la vittoria dei “no”. Aumenta la probabilità di un nuovo crollo dei prezzi

Nicola D’Antuono

27 Ottobre 2014 - 06:49

Il referendum in Svizzera, che mira a far mantenere alla SNB un quinto delle proprie riserve in oro, potrebbe concludersi con un nulla di fatto con effetti negativi sul metallo

Referendum sull’oro in Svizzera verso la vittoria dei “no”. Aumenta la probabilità di un nuovo crollo dei prezzi

L’oro ha chiuso la scorsa settimana con una flessione dello 0,5% in area 1.230$ l’oncia, dopo aver sperimentato un interessante rally nei giorni precedenti a partire dal minimo annuale di 1.183$ l’oncia. Lo scorso 6 ottobre l’oro aveva aggiornato i bottom annuali, approdando su una zona di supporto di medio-lungo termine che già in passato aveva rilanciato le quotazioni dell’asset rifugio. Gli analisti finanziari ritengono che il forte rimbalzo del metallo prezioso sia dovuto proprio a fattori tecnici, oltre che al rallentamento del super-trend rialzista del dollaro americano.

L’oro è stato in grado di salire in pochi giorni fino a 1.255$ l’oncia, toccando il livello più alto da oltre un mese. Poi c’è stata una forte correzione, che ha riportato i prezzi in area 1.230$ l’oncia. Da un punto di vista tecnico il metallo giallo rischia seriamente un nuovo declino, anche perché uno dei driver rialzisti in grado di rilanciare le quotazioni potrebbe ben presto finire nel dimenticatoio. Infatti il referendum lanciato in Svizzera, per imporre alla banca centrale il mantenimento di un quinto delle riserve totali in oro, dovrebbe portare alla vittoria dei “no”.

Secondo un recente sondaggio solo il 44% dei cittadini elvetici è d’accordo su questa misura, che trova una forte opposizione sia tra i membri del governo centrale che della banca centrale. Infatti l’eventuale vittoria del “sì” costringerebbe la Swiss National Bank ad acquistare 1.500 tonnellate di lingotti, provocando quasi certamente un boom dei prezzi dell’oro sui mercati internazionali. Il sondaggio condotto dal portale gfs.bern per la televisione Srg ha evidenziato che il 39% voterà “no”, mentre il 17% è ancora incerto su cosa votare.

Se, come appare probabile, il voto porterà a un nulla di fatto, il rimbalzo dell’oro potrebbe sgonfiarsi ulteriormente. I prezzi potrebbero abbandonare l’area di supporto di 1.220$ per dirigersi velocemente a 1.200$ prima e 1.180$. Sul supporto di lungo periodo questa volta potrebbero spuntarla, però, i venditori: se ciò dovesse accadere, per il metallo prezioso si aprirebbero scenari decisamente bearish con successivo target a 1.000$ l’oncia (lo stesso indicato nei suoi report dalla banca d’affari newyorkese Goldman Sachs).

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it