Reati ambientali, le Regioni peggiori: cosa dice il rapporto Ecomafia 2021

Giorgia Bonamoneta

16 Novembre 2021 - 18:16

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Il 2020 non è stato un buon anno per l’ambiente: i reati ambientali sono aumentati. Nel dossier Ecomafia 2021 di Legambiente sono descritte le Regioni con maggiori reati. Ecco quali sono.

Reati ambientali, le Regioni peggiori: cosa dice il rapporto Ecomafia 2021

Mentre la maggior parte della popolazione rimaneva chiusa in casa per impedire la circolazione del Covid-19, fuori i crimini contro l’ambiente non si sono fermati. Opinione comune, non errata ma da leggera nella giusta prospettiva, è che il lockdown abbia in qualche modo diminuito l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente. Una storia dal finale tragico, perché sì la quarantena di gran parte del pianeta aveva sortito degli effetti positivi, ma nel giro di pochi mesi il ripristino della produzione, oltre i precedenti ritmi, ha fatto velocemente peggiorare la crisi ambientale.

In questi giorni dedicati all’ambiente, tra G20 e Cop26 da poco conclusa, tra tante parole e promesse, i fatti presentati dall’annuale dossier “Ecomafia” di Legambiente arrivano come un pugno nello stomaco. Sono però un modo per aprire gli occhi su quanto accade quotidianamente sul nostro territorio. Non bisogna andare troppo lontano a piangere per i crimini contro l’ambiente, quando nel nostro Paese ogni 4 ore se ne commette uno, per un totale di 96 al giorno, oltre 30 mila l’anno.

Legambiente, con questo nuovo dossier, fotografa un’Italia nella quale l’infiltrazione criminale nei reati ambientali è determinante. In alcune Regioni questo rapporto stretto è ancora più evidente. E proprio in Regioni come Campania, Sicilia e Lazio bisognerà maggiormente vigilare all’arrivo degli investimenti per l’ambiente previsti dal PNRR.

Dossier Ecomafia 2021: la classifica delle peggiori Regioni in base ai reati ambientali

Nel corso del 2020 i reati ambientali sono aumentati, soprattutto in quelle Regioni già “sorvegliate speciali”. In particolare l’aumento è stato rilevante in Campania e nel Lazio, che da solo ha fatto contare più di mille discariche abusive.

Ma i crimini ambientali non sono solo quelli relativi ai rifiuti e tra incendi dolosi, reati sugli animali, sul cemento e sull’archeologia, a fare da capofila è proprio la Campania. Vediamo la classifica completa:

  • Campania, con 5.457 reati (15,7% del totale nazionale)
  • Sicilia, con 4.245 reati (12,2% del totale nazionale)
  • Puglia, con 3.734 reati (10,7% del totale nazionale)
  • Lazio, con 3.082 reati (8,8% del totale nazionale)
  • Calabria, con 2.826 reati (8,1% del totale nazionale)
  • Toscana, con 2.000 reati (5,7% del totale nazionale)
  • Lombardia, con 1.897 reati (5,4% del totale nazionale)
  • Sardegna, con 1.559 reati (4,5% del totale nazionale)
  • Piemonte, con 1.326 reati (3,8% del totale nazionale)
  • Abruzzo, con 1.211 reati (3,5% del totale nazionale)
  • Veneto, con1.146 reati (3,3% del totale nazionale)
  • Emilia Romagna, con 1.123 reati (3,2% del totale nazionale)
  • Marche, con 1.075 reati (3,1% del totale nazionale)
  • Liguria, con 1.062 reati (3% del totale nazionale)
  • Basilicata, con 978 reati (2,8% del totale nazionale)
  • Umbria, con 696 reati (2% del totale nazionale)
  • Friuli Venezia Giulia, con 512 reati (1,5% del totale nazionale)
  • Molise, con 498 reati (1,4% del totale nazionale)
  • Trentino Alto Adige, con 367 reati (1,1% del totale nazionale)
  • Valle d’Aosta, con 73 reati (0,2% del totale nazionale)

Reati ambientali in Italia: tanti quanti i guadagni miliardari

I numeri del rapporto Ecomafia 2021 sui reati ambientali in Italia sono spaventosi, ma allo stesso tempo scorrendoli si sente una certa aria di famigliarità. Guardandoci intorno, senza dover scavare troppo a fondo, siamo tutti spettatori di parte di questi crimini.

Se pensiamo infatti che ne viene commesso uno ogni 4 ore, ovvero 96 al giorno, non è strano domandarsi come ancora non ci sia un allarme collettivo. In totale i reati ambientali del 2020 sono 34.867, per i quali sono state denunciate 33.620 persone (+12,9%) e sono stati effettuati 329 arresti (+14,2%).

Quello che non stupisce affatto è che il 46,6% del totale dei reati è stato compiuto in Regioni a tradizionale forte presenza mafiosa. Organizzazioni criminali che non solo fanno numeri elevati nei reati ambientali, ma che riescono a ricavare fatturati miliardi. Legambiente ha stimato che l’ecomafia nel 2020 ha fatturato oltre 12,2 miliardi di euro.

Le proposte di Legambiente contro i reati ambientali

Legambiente ha quindi messo sul tavolo una decina di proposte per aumentare il contrasto ai crimini contro l’ambiente, in prospettiva dei futuri investimenti (in particolare nelle zone più a rischio infiltrazione mafiosa) previsti dal PNRR.

Ecco le 10 proposte:

  1. Modifiche costituzionali: completare quanto prima l’iter di approvazione della legge di riforma costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione. Con questi vengono sanciti principi fondamentali di tutela dell’ambiente e degli animali, insieme al rispetto della salute e dell’ambiente nello sviluppo di qualsiasi attività d’impresa;
  2. Delitti ambientali: inserire i delitti ambientali e il delitto d’incendio boschivo tra quelli per cui non scatta alcun automatismo in materia d’improcedibilità;
  3. Abusivismo e demolizioni: ripristinare l’interpretazione autentica dell’art. 10bis sul potere attribuito ai prefetti in caso di mancata demolizione degli abusi edilizi da parte dei Comuni;
  4. Traffici illeciti di rifiuti: inasprire le sanzioni per il delitto di traffico organizzato di rifiuti, innalzando le pene reclusive da 3 a 8 anni (10 nel caso di rifiuti radioattivi) e nuove sanzioni penali in materia di smaltimento illecito di rifiuti;
  5. Decreti attuativi 132/2016: incrementare gli organici per attività di controllo;
  6. Modifiche legislative in tema di costi per lo Stato: rimuovere la clausola dell’invarianza dei costi per la spesa pubblica;
  7. Animali: introdurre sanzioni efficaci per i crimini contro gli animali;
  8. Patrimonio culturale: approvare Ddl (approvato alla Camera a ottobre 2018) oggi fermo in Senato per chi saccheggia il patrimonio culturale;
  9. Agromafia: approvare il Ddl, licenziato a febbraio 2020, fermo in Camera dei Deputati, per i delitti contro l’agromafia;
  10. Accesso alla giustizia alle associazioni in maniera gratuita.

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