Realtà Virtuale: madre rivede la figlia morta, com’è successo?

Matteo Novelli

10 Febbraio 2020 - 14:01

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Una madre rivede e incontra di nuovo la figlia morta: è successo in Corea del Sud grazie alla Realtà Virtuale. Ecco come è stato possibile.

Realtà Virtuale: madre rivede la figlia morta, com’è successo?

Una madre vede e incontra di nuovo la figlia morta: no, non è un episodio di Black Mirror, ma l’ultimo miracolo compiuto dalla Realtà Virtuale. Ma com’è possibile incontrare di nuovo i defunti e i nostri cari passati a miglior vita e come funziona la tecnologia che ha permesso a Jang, la madre della piccola Nayeon, di toccare e parlare di nuovo con la piccola bambina?

Si tratta di un portento tecnologico che ha come protagonista la Realtà Virtuale ed è avvenuto in Corea del Sud, dove una madre è riuscita a incontrare ancora la sua figlia prematuramente scomparsa, il tutto grazie a un visore AR e a un’attenta ricostruzione 3D.

Il video, che sta facendo il giro del Web, è tratto da un documentario intitolato “I met you” e prodotto dalla Munhwa Broadcasting (canale di trasmissione televisiva sudcoreana).

Madre incontra la figlia morta con la Realtà Virtuale: ecco come ha fatto

Le strade del futuro sono infinite e possono facilmente sorprendere: al posto di macchine volanti e teletrasporto, potremmo presto avvicinarci ancora di più a quel mistero eterno chiamato morte.

È quello che accade con questo recente esperimento in Realtà Virtuale, che mette in scena un incontro unico ed emozionante: quello di una madre che può rivedere, toccare e interagire con un modello tridimensionale della propria figlia defunta.

La tecnologia in questione, che sta conoscendo una fase di crescita e sperimentazione decisamente fuori dal comune, ha permesso di mettere in scena un piccolo miracolo che sta letteralmente facendo commuovere chiunque assista a questo portentoso prodigio.

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Ma come funziona e come è stato possibile ricreare un modello così veritiero di una persona defunta? Il modello 3D di Nayeon, la bambina morta all’età dio sette anni a causa di una malattia incurabile, è stato creato attraverso un mash up delle foto messe a disposizioni dalla famiglia, mentre per i movimenti e le interazioni ci si è affidati ad altri bambini che hanno funzionato come un simulacro.

L’incontro è stato poi testimoniato dal documentario, che vi lasciamo in calce: Jang, la madre, è commossa e catturata pur interagendo con modello tridimensionale assolutamente credibile. Il paesaggio in cui le due interagiscono cambia a seconda delle emozioni, con i parenti che hanno avuto modo di osservare questo momento e la tecnologia che ne ha dato il frutto da uno schermo esterno.

Esattamente come nel primo episodio della seconda stagione di Black Mirror, il tema del lutto si fa predominante nell’innovazione tecnologica e l’esperimento in Realtà Virtuale visibile nel video potrebbe facilmente dare l’inizio a nuove sperimentazioni in grado di connettere il mondo dei vivi con un fittizio aldilà.

L’etica passa in secondo piano e Jang, la madre al centro dell’esperimento, ha espresso il proprio parere positivo: «Ho vissuto un momento felice, il sogno che ho sempre voluto vivere. Era come fosse in paradiso».

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