In un lungo report reso noto nella serata di ieri, gli analisti della banca statunitense Citigroup individuano la data di quella che considerano l’ormai prossima uscita di Atene dall’unione monetaria. "Le incertezze sono molte", si legge nel rapporto, "ma, in base alle nostre nuove previsioni, la Grecia lascerà la Zona euro all’inizio del prossimo anno. Seguirà una forte svalutazione della moneta, con un deciso calo dell’attività economica nel 2013 e una modesta ripresa attesa più avanti".
Il team statunitense è più che convinto di quella che, nello scorso febbraio, ha chiamato la "Grexit": secondo William Buiter, capo economista di Citigroup, infatti, l’uscita di Atene non solo sarà inevitabile, ma sta già accadendo. Vengono fornite anche le percentuali della probabilità: le possibilità che l’uscita della penisola ellenica dall’euro si materializzi entro i prossimi due anni sono ora comprese tra il 50 e il 75%, e si prevede una decisa risposta da parte dei leader politici.
Nello studio gli analisti di Citigroup elencano anche quelle che potrebbero essere le possibili mosse in risposta alla "Grexit": un taglio dei tassi di interesse allo 0,5% da parte della Banca Centrale Europea, coadiuvato con un nuovo programma LTRO; un secondo pacchetto di aiuti sia per il Portogallo sia per l’Irlanda, un piano da definire da parte della cosiddetta troika (Bce, Fmi e Ue) per la Spagna e infine un maggiore sostegno ai mercati finanziari con l’acquisto da parte della BCE di bond governativi italiani e spagnoli.
Nell’outlook fornito da Citigroup, gli economisti sostengono che, con tali misure, l’uscita di Atene dall’unione monetaria potrebbe essere contenuta, vale a dire che "nessun altro Paese sarebbe costretto ad abbandonare l’Eurozona e il sistema bancario europeo continuerebbe a funzionare". Ma ricordano anche che "se la Grecia dovesse uscire dall’euro la crisi europea non potrà finire di colpo".
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