Quanto guadagna un assistente sociale?

E. C.

10/05/2021

26/05/2021 - 10:45

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Quanto guadagna un assistente sociale: ecco quali sono le prospettive di crescita economica e di stipendio.

Quanto guadagna un assistente sociale?

Il guadagno di un assistente sociale dipende dal tipo di posizione che si ricopre e dal livello professionale di anzianità e responsabilità. Lo stipendio di una persona che lavora come assistente sociale ha un grosso margine di oscillazione.

Si può guadagnare da un minimo di 850 euro netti al mese fino ad oltre i 2.000 euro. Lo stipendio medio in Italia per la professione di assistente sociale è di circa 1.350 euro netti al mese, il che significa 24.300 euro lordi all’anno.

Una retribuzione così distribuita è inferiore del 13% rispetto alla media italianacalcolata sullo stipendio mensile dei lavoratori , ovvero di 200 euro circa.

Nonostante questo, lo stipendio mensile dell’assistente sociale dipende molto (e soprattutto) dall’esperienza ottenuta in quest’ambito. Un assistente sociale junior, ovvero con meno di tre anni di esperienza lavorativa, può ambire ad ottenere uno stipendio complessivo di circa 900 euro netti al mese.

Un lavoratore nel campo dell’assistenza sociale a metà carriera e con un’anzianità di esperienza che va dai quattro ai nove anni, riceve invece uno stipendio di circa 1.200 euro mensili netti. Un assistente sociale a fine carriera con più di vent’anni di esperienza può aspettarsi, di solito, una retribuzione netta al mese di circa 1.700 euro.

Diversi tipi di assistenti sociali: chi guadagna di più

Un assistente sociale può lavorare nei più disparati ambiti. Non esiste cioè un solo tipo di assistente sociale, ma a seconda del campo in cui interviene, può essere retribuito di più o di meno.

In linea generale, i campi dell’assistenza sociale si dividono in tre macro categorie. La prima è quella del servizio sociale organizzativo, la seconda riguarda le relazioni pubbliche e sociali e la terza, invece, è inerente l’intervento psicosociale.

Inoltre, l’assistente sociale può avere a che fare con fasce d’età specifiche (ad esempio, bambini e adolescenti), oppure in modo più generale si può assistere qualsiasi persona di qualsiasi età. Gli ambiti possono essere i più disparati: dalle adozioni, alle dipendenze patologiche, all’immigrazione, alla vigilanza, fino ad arrivare alla tutela dei minori.

Lo stipendio varia se si lavora presso una struttura ospedaliera (e quindi per il settore pubblico) oppure nell’ambito privato presso, ad esempio, case di riposo per gli anziani, Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali), cooperative sociali e così via. Inoltre, è possibile lavorare come libero professionista o addirittura in associazione ad altri liberi professionisti.

Se si lavora nel settore pubblico, lo stipendio di un assistente sociale si regola su un contratto che di solito è tarato su 36 ore settimanali e garantisce uno stipendio di almeno 1.300 euro netti al mese con (in più) indennità e mensilità aggiuntive.

Ciò significa che, calcolando l’intero anno di lavoro, un assistente sociale impiegato nel settore pubblico può ricevere uno stipendio lordo di 22.000 euro l’anno circa su 36 ore settimanali, un’indennità di comparto di poco più di 600 euro e la tredicesima. A questo si aggiungono altre eventuali indennità e, se dovuto, l’assegno per il nucleo familiare.

Nel settore privato, invece, lo stipendio può variare in base al ruolo ricoperto.

Quanto si guadagna varia anche se si è libero professionista o dipendente presso strutture private. Nel primo caso, ossia quello del libero professionista, il costo sarà basato sulla prestazione e sul tariffario pubblicato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

Nel secondo caso, invece, per quanto riguarda il lavoro da dipendenti presso strutture private, la retribuzione può variare in base al ruolo. Anche in questo caso dipende molto dall’anzianità e dalle responsabilità ricoperte. Lo stipendio si aggira comunque intorno ai 1.300/1.400 euro netti al mese. Nel privato, comunque, ci sono più possibilità di fare carriera, divenendo, ad esempio, coordinatore o responsabile. In questo caso si può raggiungere uno stipendio anche di 2.000 euro netti mensili.

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