Il Ministro Madia torna a parlare della riforma della Pubblica amministrazione illustrando alcuni punti di cui, nei giorni scorsi, si è molto discusso. Per prima cosa affronta il tema degli 85.000 esuberi assicurando che i lavoratori non saranno licenziati; il Ministro pensa a forme di prepensionamento per favorire l’ingresso dei giovani.
Poi torna a parlare del tema caldo della settimana: il tetto agli stipendi dei manager della pubblica amministrazione invitando a non soffermarsi esclusivamente sul "caso Moretti".
Quanto al coinvolgimento dei sindacati nella riforma della Pubblica amministrazione, Madia ha spiegato che non è obbligatorio sentire le parti sociali. "Non è detto - ha affermato il ministro - che ci saranno dei tavoli, perché abbiamo tempi molto stretti. Può anche darsi - ha aggiunto il ministro sull’eventualità di una trattativa - ma non per forza".
Ma vediamo meglio cosa intende fare il Ministro Madia per riformare la pubblica amministrazione.
85.000 esuberi
Il Ministro tocca per prima cosa il delicato tema degli esuberi. Nei giorni scorsi abbiamo sentito spesso parlare di questi 85.000 lavoratori della pubblica amministrazione considerati dal commissario Cottarelli di troppo. Subito i lavoratori sono saliti sulle barricate temendo il licenziamento.
Il termine esubero, dice il Ministro “è una terminologia assolutamente sbagliata e distorta anche rispetto allo stesso piano di Cottarelli, che invece ha fatto un lavoro importante e strategico per l’Italia, e lo voglio ringraziare. L’idea sarà quella di provare ad avere delle uscite anche con dei prepensionamenti - ha spiegato - ma, tutto questo, per reimmettere energie nella P.a. quindi aiutare i giovani a entrarvi”.
Sana mobilità
Oltre ai prepensionamenti per ringiovanire la pubblica amministrazione il ministro parla anche di "sana mobilità". Il Ministro è intervenuta in un convegno sui manager pubblici dove le hanno fatto presente che Cottarelli nel suo rapporto parla di "mobilità obbligatoria", il Ministro ha risposto: "Io penso a una sana mobilità obbligatoria dove il rispetto è quello del diritto del lavoratore, ma dove non ci siano degli ostacoli burocratici".
Contributo di solidarietà
"Vista anche la situazione del paese ci potrà essere un contributo di solidarietà che non dovrà riguardare solo i dirigenti ma dovrà partire dalla politica, anche se non c’è una impostazione sanzionatoria" così il Ministro Madia sulla possibilità di introdurre un contributo di solidarietà.
In un momento di crisi e sacrifici può essere un segnale positivo l’introduzione di un contributo di solidarietà, ma come sottolinea la Madia, i primi a fare questo passo devono gli stessi politici.
Tetto agli stipendi
Infine il Ministro tocca anche il tema scottante del tetto agli stipendi dei manager pubblici. Il caso è scoppiato la scorsa settimana quando Moretti, l’amministratore delegato di Ferrovie ha minacciato di lasciare l’Italia e Della Valle gli ha risposto per le rime. Il Ministro invita a non soffermarsi sull’esempio particolare di Moretti, perché secondo il Ministro, "questa polemiche non ci fa intraprendere la strada migliore par affrontare il problema".
A proposito di un tetto agli stipendi dei manager ha spiegato: "è tarato su quello del primo presidente della Corte di Cassazione, io - ha detto il ministro - ho già fatto una circolare dove, tra l’altro, esplicito che in questo tetto, facendo riferimento ad una norma del governo Letta, debbano essere accumulati anche tutti i trattamenti pensionistici compresi i vitalizi. Quindi penso che nel pubblico ci debbano essere delle regole per non eccedere".
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