Pronti contro termine: cosa sono? Vantaggi, rischi, tassazione

Flavia Provenzani

18/04/2019

18/04/2019 - 15:01

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Cosa sono i pronti contro termine? Forma di investimento sul breve periodo, analizziamo vantaggi, rischi e come funzionato i PCT.

Pronti contro termine: cosa sono? Vantaggi, rischi, tassazione

Cosa sono i pronti contro termine? - Spesso, soprattutto nell’ambiente bancario, capita di imbattersi nel termine “pronti contro termine”, uno strumento di investimento che in genere viene proposto con sigle come P/T o PCT). Molti risparmiatori, così, si trovano a chiedersi cosa siano i pronti contro termine e quale sia il loro effettivo funzionamento, oltre ai loro rischi e vantaggi e alla tassazione prevista.

Questo strumento è una valida alternativa al conto deposito o ai buoni fruttiferi e ad altre forme di risparmio gestito ed è una tipologia di risparmio di breve termine.

Introdotti nel 1979 in Italia, i pronti contro termine sono uno strumento molto in voga sia tra i risparmiatori che tra gli intermediari che li emettono, soprattutto in un periodo a tassi a zero e rendimenti bassi. Nel dettaglio, si vedrà di seguito cosa sono i pronti contro termine, chi sono i maggiori utilizzatori di questo strumento, le caratteristiche e i vantaggi/svantaggi nel sottoscriverli.

Pronti contro termine: cosa sono?

I pronti contro termine - indicati anche con la sigla P/T o PCT - sono un particolare tipo di strumento finanziario, introdotto in Italia nel 1979 e che ha avuto e sta avendo un buon successo soprattutto tra gli investitori (o risparmiatori) che intendano conseguire un rendimento in un breve lasso di tempo.

Cosa sono i pronti contro termine? Sono contratti in cui un venditore (che generalmente è una banca o un intermediario finanziario) cede dei titoli di proprietà ad un acquirente (in genere titoli di Stato e obbligazioni) con l’impegno poi di riacquistarli in un breve lasso di tempo (che può essere massimo di 12 mesi).

L’operazione pronti contro termine o vendita con patto di riacquisto è uno strumento di finanziamento a breve termine che si configura come un prestito di denaro a fronte di un prestito di titoli a reddito fisso, normalmente titoli di Stato.

Viene realizzato vendendo temporaneamente titoli a un investitore a un prezzo determinato sulla base del loro valore di mercato - detta operazione a pronti.
I titoli, alla scadenza, vengono restituiti dietro pagamento di un prezzo di riacquisto prefissato e superiore all’ammontare di liquidità ricevuto con il primo scambio - operazione a termine.

In questo modo, i possessori dei titoli possono monetizzarli senza perderne definitivamente la proprietà, ottenendo così un finanziamento a breve - l’operazione ha una durata che può variare da una settimana a pochi mesi - mentre gli investitori ottengono un profitto determinato dalla differenza dei due flussi monetari: il primo in uscita e il secondo (il maggiore) in entrata.

Il pronti contro termine è un’operazione utilizzata prevalentemente dalle banche e dalle imprese per compensare gli squilibri di liquidità, in eccesso o in difetto.

Pronti contro termine: rendimento

Il rendimento generato dall’acquirente è pari alla differenza del prezzo al momento della sottoscrizione con quello di riacquisto dei titoli. I pronti contro termine sono uno strumento in voga sia tra i risparmiatori che tra gli emittenti dato che ai primi garantisce una forma alternativa di risparmio con rendimenti più elevati di altri strumenti e ai secondi una fonte di liquidità immediata.

Il prezzo di vendita viene fissato sul valore nominale del titolo sottostante al contratto, maggiorato del rateo sulle cedole (in caso di obbligazioni) e del dividendo (in caso di azioni). Il prezzo di riacquisto invece viene concordato al momento della sottoscrizione e viene calcolato attraverso il prezzo di vendita e agli interessi che vengono maturati per la durata dell’operazione.

Chi investe in pronti contro termine

I maggiori utilizzatori di contratti a pronti contro termine sono:

  • risparmiatori;
  • imprese;
  • banche;
  • intermediari finanziari;
  • Banca d’Italia.

I vantaggi dei pronti contro termine

Un vantaggio è sicuramente la durata di questo strumento poiché in genere è di un lasso molto breve (1-3 mesi) e può arrivare fino ad un massimo di un anno.

I pronti contro termine rappresentano una valida alternativa a forme di risparmio come i conti deposito vincolati, i buoni fruttiferi e i titoli di Stato che al giorno d’oggi garantiscono un rendimento molto basso.
I pronti contro termine possono invece generare rendimenti più elevati anche se in questi casi è possibile che il sottostante sia più rischioso (più rischio = più rendimento).

Gli svantaggi dei pronti contro termine

I pronti contro termine presentano anche alcuni svantaggi. Il primo è il pagamento dell’imposta di bollo dello 0,2%, riservata a chi possiede un conto titoli. Infatti, come visto nella definizione in precedenza, i pronti contro termine prevedono la cessione temporanea di titoli ad un acquirente che dovrà tenerli depositati in un apposito conto.

Altro svantaggio, che comunque è comune su forme di risparmio di breve termine, è la mancata possibilità di estinzione anticipata o meglio, è possibile, ma dietro il pagamento di una penale.
Ultimamente però gli emittenti prevedono l’estinzione anticipata che consiste in una chiusura dell’operazione prima dei termini di scadenza da parte dell’acquirente il quale però non vedrà corrispondersi gli interessi da contratto.

I rischi dei pronti contro termine

Altro problema può essere rappresentato dal sottostante. Nel caso in cui l’emittente del titolo sottostante fallisse (che non è per forza il venditore), la parte che ha ceduto tali titoli potrebbe con l’uso di clausole contrattuali evitare il pagamento degli interessi all’acquirente. Nel caso in cui i titoli sottostanti siano emessi dal venditore (che in genere è una banca), con il bail-in difficilmente si potrà venire incontro ad un rimborso.

La tassazione sui pronti contro termine

La tassazione prevista sulla differenza di prezzo per i pronti contro termine è del 20% anche per quei contratti che abbiano come sottostanti titoli di Stato.

Invece, la tassazione sugli interessi maturati sul sottostante dei pronti contro termine è del 12,5% se il sottostante sono titoli di Stato ed è del 20% se il sottostante sono qualsiasi altra tipologia di titolo.

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