Gli utili delle società nel lungo periodo sono la cosa più importante per determinare i prezzi delle azioni e l’andamento della Borsa.
Ogni giorno migliaia, persino milioni, di analisti in tutto il mondo dedicano il loro tempo a studiare grafici, indicatori tecnici, proiezioni macroeconomiche, scelte delle Banche Centrali, andamento dei tassi di interesse e molto altro ancora.
Tutti elementi necessari per cercare di comprendere i mercati finanziari e magari provare ad anticipare i movimenti futuri. Un lavoro tutt’altro che facile.
Detto questo, però, occorre ricordare sempre che l’elemento veramente importante per determinare la direzione del mercato è l’utile realizzato dalle aziende quotate.
Nel lungo periodo, 20-30 anni, non c’è società che abbia aumentato stabilmente i propri profitti e che non abbia visto, al tempo stesso, aumentare anche le sue quotazioni.
Perché i profitti sono così importanti?
Facciamo un esercizio. Supponiamo che ci sia un’azienda quotata che abbia un utile per azione di 1 euro e un prezzo di 40 euro, per un P/E di 40. Un multiplo piuttosto alto.
Ora, supponiamo che questa azienda riesca ad aumentare i suoi utili al tasso annuo composto dell’8% per 20 anni. Un livello molto alto, che per molte aziende è pura utopia, ma che in realtà è molto più frequente di quanto si possa pensare. Ad esempio, è il tasso di crescita dei profitti di Intel dal 2005 a oggi. Ed Intel nel 2005 non era una piccola startup con davanti delle potenzialità enormi, ma era già dominatrice assoluta del suo settore e, anzi, negli ultimi anni ha subito anche una concorrenza sostenuta.
Ma torniamo alla nostra società quotata. Con una crescita dei profitti dell’8% l’anno per 20 anni, quell’utile per azione di 1 euro diventerà 4,66 euro.
Ora, se la vecchia quotazione di 40 euro restasse invariata nel tempo, il P/E si attesterebbe a 8,58. Si tratta di un multiplo che si vede solo in società per cui si prevede un drastico calo dei profitti, oppure in periodi di recessione come ai tempi della Grande Depressione.
Se il multiplo dovesse attestarsi a un più normale 18, il prezzo dell’azione passerebbe a circa 84, più che raddoppiando nel periodo. E nel mentre, l’azionista si sarebbe goduto anche i dividendi, ottenendo nel complesso un rendimento in linea con la media storica del mercato azionario, nonostante le quotazioni iniziali fossero molto sostenute.
Come dicevamo, nel lungo periodo una società che aumenta stabilmente i propri profitti vedrà anche salire le proprie quotazioni. Anche se parte da multipli elevati.
Certo, ci saranno delle eccezioni. Ma si tratta, appunto, di casi abbastanza anomali.
Attenzione: arrivano le trimestrali!
Come possiamo vedere, quindi, è la semplice matematica che determina l’importanza di lungo termine dei profitti societari. E questo è il momento di tenerli veramente sotto osservazione, perché è partito un nuovo ciclo di trimestrali, per il periodo fiscale chiuso a giugno 2021.
Queste trimestrali saranno ancora più importanti di quanto già lo siano normalmente, perché ci permetteranno anche di capire a che punto è la ripresa economica.
Le aspettative sono notevoli, le «guidance», cioè le previsioni dei vari management, sono molto ambiziose dopo il crollo dei profitti del 2020. E le alte quotazioni attuali sono proprio frutto di queste aspettative. Deluderle vorrebbe dire accettare dei cali delle quotazioni azionarie piuttosto forti.
Fortunatamente, l’inizio è piuttosto incoraggiante: in una rilevazione aggiornata al 9 luglio, su 18 società dell’S&P500 che avevano presentato i conti ben 15 avevano battuto le stime dei profitti e 17 quelle delle vendite. Nelle settimane seguenti le «sorprese» positive sono continuate. Il tutto dopo che già nel primo trimestre ben il 90% delle società dell’S&P500 avevano battuto le previsioni.
Certo, all’orizzonte ci sono sempre delle nubi (variante Delta su tutte) e probabilmente sempre ci saranno. Ma ricordiamo che i profitti societari, alla fine, sono la cosa più importante. E per ora stanno andando molto bene,
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