Prezzo del petrolio: minacce dall’Arabia Saudita, accordo OPEC a rischio?

Riccardo Magalotti

4 Novembre 2016 - 17:34

Prezzo del petrolio in calo: accordo Opec sempre più a rischio con le pesanti minacce emanate dall’Arabia Saudita. Quali prospettive per il greggio?

Prezzo del petrolio: minacce dall’Arabia Saudita, accordo OPEC a rischio?

Prezzo del petrolio negativo per la sesta giornata di fila. A farsi sentire sui prezzi del greggio è il clima di tensione tra i Paesi OPEC.

Stavolta è l’Arabia Saudita a minare la stabilità del mercato, gravi le minacce rivolte su un potenziale innalzamento della produzione se l’Iran si rifiutasse di limitare la propria offerta. Lo scopo dell’Arabia Saudita sarebbe quello di innescare un crollo del prezzo del petrolio rendendo vano ogni accordo sul taglio della produzione.

Prezzo del petrolio: pesano le minacce dell’Arabia Saudita

Forti le minacce dell’Arabia Saudita dopo il meeting dei Paesi Opec tenutosi la scorsa settimana. Indiscrezioni parlano di una minaccia lanciata a minare l’accordo nel caso in cui l’Iran si rifiutasse di mettere un tetto alla quantità di greggio che estrae. Secondo alcune voci l’Arabia Saudita avrebbe in mente di non attenersi all’accordo ed alzare la produzione a 11 milioni di barili al giorno, mossa che porterebbe il prezzo del petrolio a scendere ulteriormente.

Gli scontri tra i due Paesi sono abbastanza frequenti negli ultimi anni. Le tensioni sembravano però diminuite dopo che l’Arabia Saudita aveva deciso di sostenere il patto di limitazione dell’offerta mondiale di petrolio facendo sembrare l’accordo OPEC sempre più vicino. Il prossimo meeting in programma è fissato per il 30 novembre a Vienna, in tale data si cercherà di raffreddare gli animi e ritrovare quella sintonia che sembrava fosse ormai scontata dopo il meeting tenutosi ad Algeri a fine settembre.

Nel frattempo però le scorte di greggio continuano a salire. Lo scorso mercoledì in USA si è registrato un aumento record pari a 14 milioni di barili.

Il crollo porta i prezzi ad un nuovo test sul supporto a 44$

Nella seduta odierna il prezzo del petrolio scende dell’1,79% portando le quotazioni in area 44 ad un nuovo test sul supporto di lungo periodo.

Il prezzo del petrolio perde terreno per la sesta seduta consecutiva. A causa degli eventi politici ed economici non è stato possibile per il greggio mantenere il livello psicologico dei 50$. Tale area è stata rotta con forza a fine ottobre ed i prezzi continuano a calare non riuscendo a trovare un livello di stabilità su cui accumulare in attesa del meeting Opec del 30 novembre.

Ad essere stata rotta al ribasso è anche la trendline discendente di lungo periodo da cui i prezzi sembravano essere usciti con forza nelle prime sedute di ottobre. Tutte le medie sono state rotte al ribasso ed oggi a cedere è stato anche il supporto in area 44$. Lo scenario rialzista a questo punto è totalmente compromesso. Il prossimo test sarà in area 40/42$.

Tra minacce ed instabilità politica l’unica ancora di salvataggio al momento sembra l’accordo Opec sul congelamento della produzione.

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