Prezzo del petrolio: rialzo tappato dall’eccesso di offerta e i nuovi commenti dell’Iran sul blocco di produzione. Goldman Sachs: nuova discesa in arrivo.
Il prezzo del petrolio registra una discesa nella sessione di lunedì. L’Iran rilascia nuovi commenti negativi sulla prospettiva di un congelamento della produzione dei Paesi OPEC, mentre tornano a pesare la sovrapproduzione mondiale e la lenta crescita economica.
I futures sul petrolio WTI segnalano un prezzo a $37.71 al barile, in ribasso di quasi un punto percentuale, mentre il Brent scende sotto quota 40 dollari a $39.69.
Il prezzo del petrolio è in ribasso di circa il 2% lunedì a causa dei nuovi commenti dell’Iran che hanno ridotto le speranze per un blocco di produzione coordinato tra i Paesi dell’OPEC. Sul mercato si riaffaccia un sentiment ribassista, alimentato dall’eccesso di offerta - il driver principale che da giugno 2014 ha fatto perdere al prezzo del petrolio circa il 70%.
Prezzo del petrolio, Iran: blocco produzione solo a 4 mln di barili/giorno
Secondo Reuters, il prezzo del petrolio è in discesa a causa dei recenti commenti dell’Iran, che si dice disposto a congelare la produzione solo dopo aver raggiunto un output di 4 milioni di barili al giorno.
La produzione iraniana di petrolio dovrebbe raggiungere quota 2 milioni di barili giornalieri al mese il 19 marzo, in rialzo dall’1.75 milioni di barili al giorno registrati il mese scorso, come riferito dal ministro del petrolio dell’Iran durante un intervento nella giornata di ieri.
Prezzo del petrolio, Goldman Sachs: nuova discesa in arrivo
Nel frattempo, Goldman Sachs avverte il mercato contro la forte sovrapproduzione a livello mondiale, che porta una produzione giornaliera in eccesso rispetto alla domanda di 1 milione di barili al giorno.
Per questo motivo, la banca si attende una nuova discesa del prezzo del petrolio.
D’altra parte, come riportato da Reuters, la Morgan Stanley si unisce al visione secondo cui il prezzo del petrolio avrebbe finalmente toccato i minimi, avvertendo però che l’economia lenta e gli alti livelli di produzione potrebbero tappare ulteriori rialzi della quotazione.
“Il prezzo del petrolio ora sembra abbia raggiunto i minimi, anche se probabilmente resterà sottotono per il resto di quest’anno prima di iniziare una mossa al rialzo nel 2017”,
scrive la banca americana, sottolineando come il basso prezzo del petrolio non sia riuscito a fornire quella spinta alla crescita come in molti speravano.
“Quando il prezzo del petrolio scende sotto i costi di produzione, l’aumento del reddito per i consumatori sarà più piccolo rispetto al costo per i produttori e il crollo del prezzo del petrolio è diventato un gioco a somma negativa”,
continua la Morgan Stanley a commento dei fondamentali dietro la volatilità del prezzo del petrolio.
Secondo la banca, il rischio per una recessione a livello mondiale è dato ora al 30%, mentre annuncia di non prevedere più alcuna crescita del PIL mondiale per il 2016.
Il prezzo del petrolio è in continuo mutamento, sfatando regolarmente molte delle previsioni degli analisti dall’inizio del suo crollo a metà 2014, segnando una discesa totale del 70% a inizio 2016.
Alcuni analisti al momento prevedono un’ulteriore rialzo del prezzo del petrolio, anche se limitato, altri invece puntano su un altro ribasso imminente.
Venerdì scorso, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, nel suo report mensile, ha condiviso la sua analisi secondo cui il prezzo del petrolio ha raggiunto i minimi grazie al taglio di produzione degli Stati Uniti e di altri Paesi, esclusi i membri dell’OPEC.
Il numero di impianti statunitensi di shale oil sono scesi per la 12° settimana consecutiva per un totale di 386, il livello più basso da dicembre 2009.
Prezzo del petrolio: buone notizie dalla Cina
Dalla Cina arrivano buone notizie sul prezzo del petrolio: fino ad ora la domanda del mercato di riferimento numero uno al mondo rimane forte.
Il flusso nelle raffinerie cinesi a gennaio e febbraio è aumentato del 4.6% rispetto ad un anno fa per un totale di 87.08 milioni di tonnellate, ovvero 10.59 milioni di barili al giorno, come mostrato dagli ultimi dati pubblicati nella giornata di sabato.
Inoltre, la Cina ha registrato un record sulle importazioni di petrolio giornaliere di 8 milioni di barili al giorno.
Il sentiment di mercato parla di un nuovo aumento del prezzo del petrolio: la quantità di posizioni short aperte sul greggio statunitense, che guadagnano sul calo dei prezzi, sono in discesa di oltre il 40 per cento dalla metà di febbraio, mentre la quantità di posizioni long su un aumento dei prezzi si avvicina a livelli record.
© RIPRODUZIONE RISERVATA