Il minimo del prezzo del petrolio potrebbe essere a quota 18 dollari al barile, l’unico livello che potrebbe ferire i produttori di shale oil USA.
Il prezzo del petrolio può arrivare davvero a quota 18 dollari al barile?
Il petrolio prosegue la discesa nella sessione di venerdì. Il forte rialzo registrato nella prima sessione di questa settimana, che ha portato il prezzo del petrolio a chiudere a 39 dollari al barile sulla scia delle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, sembra essere molto lontano.
Il rally del prezzo del petrolio si è esaurito presto già dalla sessione statunitense di giovedì, portando presto a quotazione a toccare nuovi minimi di 11 anni sotto i 32 dollari al barile.
Prezzo del petrolio presto a 18 dollari al barile?
Fino a dove può arrivare il prezzo del petrolio? Paul Stevens, professore emerito alla University of Dundee e esperto dei mercati del Medio Oriente, ha previsto in un’intervista alla BBC che la produzione statunitense di shale oil non rallenterà in modo significativo fino a quando i prezzi del petrolio non scenderanno sotto quota 25 dollari al barile, ma molto probabilmente potremmo dover aspettare che il prezzo dell’oro nero scenda sotto i 20 dollari al barile.
Questa previsioni fa eco al report sulle aspettative degli analisti di Goldman Sachs pubblicato sul finire del 2015.
Il socio fondatore di Again Capital, John Kilduff, ha riferito alla CNBC che i prezzi del petrolio potrebbero anche scendere sotto i 18 dollari al barile se le sanzioni contro l’Iran verranno tolte - come previsto - nei prossimi mesi, aumentando così le esportazioni.
Petrolio: il crollo dei prezzi di questa settimana
Il primo traguardo della discesa del prezzo del petrolio è stato raggiunto dal Brent, la cui quotazione è scesa sotto i $35 al barile per la prima volta dal 2004, per poi sfiorare i minimi di 12 anni a quota $32.
I trader hanno chiaramente smentito la “tradizione” del comprare i futures sul petrolio all’aumentare delle tensioni in Medio Oriente perfché il nuovo conflitto tra l’Arabia Saudita e l’Iran ha molte più probabilità di far aumentare il prezzo del petrolio, piuttosto che farlo scendere.
Ad aggiungersi a questo contesto ribassista, sono stati pubblicati gli ultimi dati della US energy. Nonostante il totale di barili in eccesso negli Stati Uniti siano diminuiti la scorsa settimana, Reuters ha sottolineato come lo stesso report mostri anche un aumento dei prodotti distillati derivati di 16 milioni di barili.
Ad aumentare è anche la produzione di shale oil, con un risultato giornaliero di oltre 9.2 milioni di barili.
La guerra dei prezzi del petrolio in atto da oltre un anno in tutto il mondo avrebbe dovuto aver schiacciato già i produttori di shale oil ad alto costo, riequilibrando così il mercato, ma le aziende statunitensi si stanno dimostrando molto più resistenti al crollo dei prezzi del petrolio più di quanto si immaginasse.
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