Prezzo del petrolio presto a 20 dollari al barile - Goldman Sachs

Flavia Provenzani

11/09/2015

Il prezzo del petrolio potrebbe scendere presto a quota 20 dollari al barile secondo le previsioni e le analisi di Goldman Sachs. Ecco perché.

Prezzo del petrolio presto a 20 dollari al barile - Goldman Sachs

Il prezzo del petrolio è sulle montagne russe ormai da più di un anno. Il pretrolio WTI è sceso da circa $100 al barile del 2014 agli attuali $45 al barile.

Dopo un recupero dei prezzi del petrolio registrato ad inizio estate, che aveva portato la quotazione dell’oro nero a circa 60 dollari al barile, i prezzi sono tornati a scendere ancora ai circa $45.12 di oggi.

Ma il prezzo del petrolio potrebbe scendere ancora.

Il prezzo per barile di petrolio potrebbe arrivare presto fino a 20 dollari al barile, secondo l’analista del comparto ricerca sulle commodities mondiali di Goldman Sachs, Jeffrey Currie.

Ci troviamo davanti ad un enorme surplus di petrolio nel mondo, che vede scontrarsi una produzione eccessiva contro una domanda sempre più debole, il che potrebbe spingere i prezzi del petrolio a livelli che non si vedono da decenni.

Ecco un frammento dell’ultima nota ai clienti di Goldman Sachs riguardo al futuro del prezzo del petrolio:

Il mercato del petrolio è ancor più in eccesso di offerta di quanto ci aspettassimo e le nostre previsioni vedono questo surplus persistere nel 2016 su un’ulteriore crescita della produzione dell’OPEC, una produzione resiliente dei paesi non-OPEC e sul rallentamento della crescita della domanda, con rischi aumentati dalla domanda ancor più debole domanda dall’economia in Cina in rallentamento e i relativi effetti sui mercati emergenti.

Sebbene non sia il nostro scenario di base, la possibilità che i prezzi del petrolio scendano a livelli più bassi, che si stimano intorno ai 20 dollari al barile, sta diventando sempre più grande con l’aumentare delle giacenze di invenduto.

La previsione di Goldman Sachs parla dello stesso livello di prezzi che ha caratterizzato per la maggior parte gli anni ’90 - ovvero $20 al barile - anche se, naturalmente, i 20 dollari valevano di più rispetto ad oggi.

Il "caso base" di Goldman Sachs - ovvero lo scenario più probabile secondo le sue analisi - è che i prezzi del petrolio WTI scendano ad un minimo di $38 nel prossimo mese e a $45 nei prossimi 12 mesi. Un revisione non indifferente, dato che le previsioni precedenti vedevano il prezzo del petrolio scendere a $45 in un mese e a $60 in 12 mesi.

La banca sta ribadendo la necessità che i produttori di petrolio degli Stati Uniti escano dal mercato affinché il prezzo del petrolio possa rimbalzare di nuovo, dal momento che gli analisti "ritengono che il mercato richieda che la produzione non-OPEC passi dalla nostra previsione precedente di crescita modesta a un forte ribasso nel 2016."

Ma non è affatto certo che avvenga - i produttori statunitensi sono stati sorprendentemente resistenti al crollo dei prezzi del petrolio, che ha avuto inizio alla fine del 2014. Il WTI è ora al di sotto della metà della quotazione in cui si è trovato nella maggior parte del 2014.

Quando i prezzi hanno recuperato leggermente parte delle perdite nella prima parte dell’estate 2015, i produttori statunitensi hanno iniziato a riprendersi, fermando il calo del numero di impianti in funzione.

La nota di Goldman Sachs evidenzia che questo probabilmente ha avuto un impatto sugli altri maggiori produttori mondiali, decisi a schiacciare l’industria petrolifera americana:

La determinazione dell’OPEC nel far crescere la propria quota di mercato si è rafforzata in seguito alla ripresa delle attività degli Stati Uniti verificatasi all’inizio di questa estate, quando i prezzi del WTI sono tornati a $60/bbl.

Nonostante le sfide in termini di costi e ricavi che i prezzi del petrolio bassi creano ai produttori dell’OPEC, l’alternativa di riuscire a ridurre la produzione statunitense potrebbe aumentare considerevolmente i ricavi nel lungo termine.

Fonte: BusinessInsider

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