Prezzo del petrolio: perché un nuovo crollo è una possibilità concreta

Flavia Provenzani

19 Luglio 2016 - 08:49

Il prezzo del petrolio rischia un nuovo crollo: ecco come si stanno evolvendo tutti i fattori ribassisti per la quotazione del greggio.

Prezzo del petrolio: perché un nuovo crollo è una possibilità concreta

Il prezzo del petrolio torna a scendere e un nuovo crollo è una reale possibilità. Il mercato continua a temere per l’eccesso di offerta, facendo oscillare continuamente la quotazione.

Al momento il prezzo del petrolio Brent è in ribasso dello 0.38% a quota 46.85 dollari al barile mentre il WTI perde lo 0.22% a 45.15 dollari.

Analizziamo come si stanno evolvendo i fattori ribassisti per il prezzo del petrolio e per quale motivo potrebbe presto arrivare un nuovo crollo della quotazione.

Prezzo del petrolio, crollo in arrivo: la stagionalità di luglio

A giugno 2015, il prezzo del petrolio è salito a 60 dollari al barile, alimentando le speranze che la crisi della quotazione del greggio avrebbe presto lasciato il posto ad un rapido recupero.
Ma nel mese di luglio, il prezzo del petrolio è tornato di nuovo a scendere, dando inizio ad un crollo profondo che sarebbe continuato per mesi.

Ad oggi, esattamente un anno dopo, c’è la possibilità che si ripeta lo stesso schema per il prezzo del petrolio, o almeno è questo ciò che i produttori di petrolio stanno temendo. Dopo aver toccato i minimi del 2016 a febbraio, il prezzo del petrolio è stato protagonista di quattro mesi di rally, passando da $26 a $51 al barile entro il mese di giugno. Questo è il terzo anno consecutivo in cui il mese di giugno vede un picco relativo del prezzo del greggio.

Ora, luglio potrebbe vedere ancora una volta un crollo del prezzo del petrolio.

Prezzo del petrolio: i produttori temono nuovo crollo

Questa volta, molti produttori di petrolio non stanno prendendo alcun rischio. Secondo i dati di Bloomberg, sempre compagnie petrolifere stanno coprendo la propria produzione per proteggersi contro un nuovo crollo del prezzo del petrolio. Dall’inizio del mese, la Laredo Petroleum Inc., per esempio, sta coprendo oltre 2 milioni di barili della propria produzione nel 2017.

"I produttori sono corsi alla vendita durante questo rally",

commenta Stephen Schork, presidente dello Schork Group Inc., a Bloomberg.

"Le aziende che sono sopravvissute sono corse all’hedging durante questo rally. E stanno contando i vantaggi".

L’hedging è iniziato ancor prima che il prezzo del petrolio aumentasse. Reuters ha intervistato le compagnie di shale oil all’inizio di questo mese, scoprendo che 17 società su 30 avevano aumentato la loro copertura nel primo trimestre, quando i prezzi del petrolio erano ai minimi. Anche se bloccati ad un prezzo bassissimo, così facendo hanno offerto un po’ di stabilità e certezza nelle previsioni sulle proprie entrate.

Ma è anche una prova del livello di ansia con cui i produttori hanno inaugurato il 2016.

Prezzo del petrolio frenato dall’eccesso di produzione

Il rally da febbraio ha sostenuto gli spiriti, ma con il prezzo del petrolio di nuovo a $45 al barile, il sentiment negativo pervade ancora una volta il mercato. Per la settimana terminata il 12 luglio, i trader sul petrolio hanno aumentato gli short dell’1,6 per cento, portando a tre settimane l’aumento delle vendite sui futures sul greggio.

La logica è semplice. La produzione è in calo, ma l’offerta mondiale è ancora elevata. Ancora peggio, le scorte stanno scendendo solo lentamente dai livelli record. Poi c’è la possibilità di un aumento degli impianti di trivellazioni - il numero di impianti la settimana è aumentato di 6 unità secondo Baker Hughes.

La Turchia non tocca il prezzo del petrolio

Il tentativo di colpo di stato in Turchia ha influenzato minimamente il prezzo del petrolio. Gli stop delle forniture provenienti dal Bosforo, dove passa il 3 per cento del commercio di greggio a livello mondiale, erano certamente plausibili, ma lo stretto è stato riaperto solo poche ore dopo il golpe fallito.

Prezzo del petrolio: i mercati guardano la benzina

A questo punto, il grande sbalzo di prodotti raffinati è uno degli indicatori più importanti per monitorare, un eccesso che impiegherà del tempo a ridursi. Il rapido accumulo di scorte di benzina e diesel quest’anno ha colto i mercati di sorpresa e potrebbe ritardare quello che tutti pensavano sarebbe stato un riequilibrio del prezzo del petrolio nei prossimi mesi.

“L’aumento delle scorte di benzina sta ricevendo l’attenzione dei mercati”,

ha detto John Kilduff, della Capital LLC, in un’intervista a Bloomberg.

"Il mercato del petrolio si prepara al breakout".

India: l’unico fattore rialzista per il petrolio

L’unico fattore rialzista per il prezzo del petrolio è l’India, che ha preso il posto della Cina come motore principale della crescita della domanda. L’India nel secondo trimestre è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi dieci anni.

“Riteniamo che l’India stia facendo bene in questo momento e sarà un fattore chiave per la domanda",

ha dichiarato Helima Croft, amministratore delegato alla RBC Capital Markets in un’intervista alla CNBC. Nonostante tutti i fattori negativi indichino che è in corso un eccesso di offerta, la RBC continua a pensare che il prezzo del petrolio possa chiudere il 2016 a metà di quota $50 al barile, in gran parte grazie all’India.

Ma anche un’altra discesa del prezzo del petrolio è una possibilità concreta, ed oggi sembra più probabile di quanto non lo fosse un mese fa. O almeno, ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che arrivi un serio rimbalzo del prezzo del petrolio.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it