Il braccio destro di Putin, magnate dell’industria petrolifera russa, rivendica le ragioni che aveva espresso da tempo: l’OPEC non ha più nessuna influenza sul prezzo del petrolio.
Il prezzo del petrolio verrà determinato dalle semplici leggi del mercato e l’OPEC non sarà più in grado di intervenire causando un effetto sui prezzi, il cui andamento futuro sembra nuovamente orientato al rialzo.
Il pensiero di Igor Sechin, braccio destro di Putin e una delle più importanti voci del settore petrolifero russo, è chiaro e sostenuto ormai da tempo.
Della stessa idea sono anche i protagonisti della scena in Arabia Saudita, in un’azione unita di scetticismo nei confronti dell’OPEC, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, che viene dall’alto.
Vediamo nel dettaglio la vicenda.
Prezzo del petrolio: l’OPEC non ha più nessuna influenza
Le differenze interne stanno uccidendo l’OPEC e la sua capacità di influenzare il mercato è completamente svanita, almeno secondo quanto Igor Sechin ha riferito a Reuters.
Sechin è uno delle voci più forti del settore petrolifero russo, amministratore delegato dell’azienda petrolifera Rosneft, oltre che politico e imprenditore ed è intervenuto a muso duro sulla questione petrolio.
La Russia è stata colpita duramente dal ribasso del prezzo del petrolio e negli ultimi mesi aveva cominciato a valutare di cooperare con l’OPEC finché le tensioni interne all’organizzazione tra Arabia Saudita e Iran hanno pregiudicato l’accordo generale sul congelamento della produzione.
Igor Sechin, che è uno degli alleati più vicini al presidente russo Vladimir Putin, era stato l’unica voce importante ad opporsi all’accordo con l’OPEC anche dopo che il Cremlino aveva dato il suo sostegno al programma.
Dopo che le sue previsioni si sono avverate, ora l’imprenditore petrolifero si è sentito di doversi esprimere a favore della sua nazione, allo scopo di farle evitare situazioni simili in futuro:
“Al momento un buon numero di fattori oggettivi esclude la possibilità di un qualsiasi tipo di cartello che vada ad imporre la propria volontà al mercato. Per quello che riguarda l’OPEC, ha ormai smesso di esistere come organizzazione unita. ”
Le dure parole di Sechin si associano al suo essere riuscito a leggere in anticipo la situazione.
La sua compagnia petrolifera, la Rosneft, era stata fin dall’inizio scettica riguardo la possibilità di raggiungere un qualsiasi tipo di accordo con l’OPEC, date le condizioni nelle quali versa l’organizzazione.
Sochin inoltre aggiunge:
“Solo per farlo presente, l’unica risposta che fornimmo all’epoca, tra le varie domande che ci vennero fatte riguardo la nostra posizione, è stata “Con chi dovremmo trovare l’accordo? E come?” Il seguente sviluppo della situazione ha chiaramente dimostrato che avevamo ragione.”
I commenti forniti da parte di Sechin sulla fine dell’OPEC come organizzazione in grado di influenzare il prezzo del petrolio sono del tutto analoghi a quelli del nuovo ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, Khaled al-Falih.
Il nuovo insiedato è stato molto esplicito durante l’ultimo anno con il suo pensiero, secondo il quale il mercato del petrolio ha bisogno di riequilibrarsi attraverso un periodo di prezzi bassi e l’Arabia Saudita ha le risorse per permettersi di aspettare.
Inoltre il superiore di Falih, il principe e politico saudita Mohammed bin Salman, il quale supervisiona l’operato del ministro, ha anch’esso evidenziato come il mondo si stia muovendo verso una nuova era, nella quale il prezzo del petrolio è determinato dall’incrocio tra offerta e domanda, e non dall’OPEC.
Allo stesso modo Sochin, tornando sul fronte russo, crede fortemente che i prezzi non potranno più essere contrallati se non dalle leggi del mercato:
“Al momento i fattori chiave che stanno influenzando il mercato sono la finanza, la tecnologia e le regolamentazioni. Possiamo notare questo guardando l’esempio dello shale oil, che è diventato un potente strumento di influenza del mercato globale.”
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