Prezzo del petrolio in calo del 20% solo da inizio 2016. Gli istituti tagliano le previsioni, aumentano le scommesse short su un ulteriore crollo.
Il prezzo del petrolio prosegue il collasso nella sessione di martedì, registrando un crollo di quasi il 20 per cento solo dall’inizio del 2016.
Intanto, gli analisti sono impegnati a tagliare le previsioni sul prezzo del petrolio per quest’anno, mentre i trader si posizionano su un’ulteriore discesa del prezzo.
Il West Texas Intermediate (WTI) degli Stati Uniti è scambiato a 30,66 $ al barile nelle prime ore della mattinata di martedì, in calo di 75 centesimi dall’ultima chiusura, con un ribasso di circa il 20 per cento rispetto all’inizio dell’anno. In precedenza è stato scambiato a 30,60 dollari, il livello più basso da dicembre 2003.
I futures sul Brent sono scesi di 83 centesimi a 30,72 $ al barile, dopo aver toccato quota 30,66, il livello più basso da aprile 2004. Anche il Brent è sceso di quasi il 20 per cento nel mese di gennaio chiudendo, ad oggi, ogni sessione in perdita.
Prezzo del petrolio: aumentano gli short
Le informazioni sui posizionamenti mostrano che le posizioni short sul greggio WTI, che beneficiano di un ulteriore calo dei prezzi, sono a livelli record, il che implica che molti trader si attendono ulteriori ribassi.
Gli analisti stanno adatto le proprie previsioni sul prezzo del petrolio; solo lunedì Barclays, Macquarie, Bank of America Merrill Lynch, Standard Chartered e Société Générale hanno tutte tagliato le aspettative sui prezzi per quest’anno.
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Prezzo del petrolio: le cause del crollo
Non solo: il dollaro più forte sta aggravando la disfatta mercato petrolifero.
Il prezzo del petrolio ha accelerato calo da inizio anno e la causa è attribuita principalmente alle turbolenze sul mercato azionario cinese e al rallentamento della sua economia, ma la forza del dollaro USA sta emergendo come un altro importante fattore ribassista.
L’indice del dollaro è salito di oltre il 20 per cento dalla metà del 2014, con l’economia statunitense relativamente robusta che è riuscita ad attrarre nuovi flussi di investitori provenienti. Il primo aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve nel mese di dicembre e la prospettiva di altri aumenti nel 2016 continueranno a spingere il rialzo del biglietto verde.
Poiché l’olio è scambiato in dollari, un dollaro più forte rende più costoso per i paesi detentori di altre valute acquistare la materia prima, facendo diminuire così la domanda.
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