Prezzo del petrolio affonda, tutta colpa di dollaro e Stati Uniti

Flavia Provenzani

23/05/2016

Prezzo del petrolio di nuovo in discesa: pesa la forza del dollaro, gli impianti di estrazione negli Stati Uniti non scendono più. Verso i 45 dollari al barile.

Prezzo del petrolio affonda, tutta colpa di dollaro e Stati Uniti

Il prezzo del petrolio torna a scendere lunedì sulla forza del dollaro USA e nuovi segnali di aumento dell’offerta globale di greggio nonostante i recenti i recenti stop alla produzione per cause incidentali.

Aggiornamento: Prezzo del petrolio corre verso $50. OPEC: il fair value è a $65

Ad esercitare un ulteriore peso ribassista sul prezzo del petrolio arrivano i dati di venerdì sera, secondo cui il numero totale degli impianti in funzione negli Stati Uniti è rimasto stabile per la prima volta in assoluto nel 2016, dopo i cali consecutivi segnalati ogni settimana dall’inizio dell’anno.

Il prezzo del petrolio torna così a scendere: il Brent perde lo 0.93 a 48.83 dollari al barile, dopo aver perso 9 centesimi durante l’ultima sessione della scorsa settimana.

Il WTI perde l’1.15% a 47.90 dollari al barile, dopo l’ampia di scesa di venerdì che ha visto il prezzo del petrolio statunitense perde oltre 40 centesimi.

Prezzo del petrolio in calo, pesa il dollaro USA

L’indice del dollaro USA è in leggera correzione nella sessione di lunedì dopo aver registrato 3 sessioni consecutive di salita la corsa settimana. Un dollaro più forte rende più costoso il prezzo del petrolio ai detentori di valuta estera.

Il prezzo del petrolio statunitense era riuscito a salire di circa il 3.3% la scorsa settimana, mentre il Brent aveva aggiunto alla quotazione l’1.7%, sulla scia degli stop di produzione ai massimi del 2011 dovuti a degli incendi in Canada e a dei disordini in Nigeria, Libia e Venezuela.

Tuttavia, l’offerta mondiale di petrolio continua a superare la domanda di circa 1.5 milioni di barili al giorno, come sottolineato dal ministro russo dell’energia Alexander Novak.

“È difficile investire data l’attuale volatilità del prezzo del petrolio”

commenta Jonathan Barratt, CIO presso Ayers Alliance.

“Il prezzo del petrolio è in salita dai $44 a barile grazie alla crescita economica e agli stop di produzione. Siamo ormai ai massimi? A $49-$50 al barile assisteremo ad un ritorno della produzione di shale oil negli Stati Uniti?”

“Con il numero di impianti statunitensi costante, siamo in attesa di vedere se i produttori torneranno a produrre di più”.

Prezzo del petrolio, previsioni Goldman Sachs: $45 nel 2016

Goldman Sachs prevede degli aumenti di produzione negli Stati Uniti fino al 2020, il che spingerà breakeven medio dello shale oil a $50 al barile per il prezzo del petrolio USA.

La banca di investimento ha aumentato le attese sul Brent nel 2016 a $45 al barile contro le attese precedenti a $39, mentre il prezzo del petrolio medio per il West Texas Intermediate si aggira su una media di $45 al barile secondo le previsioni di Goldman, contro le attese precedenti a $38.

Ma l’aumento di produzione negli Stati Uniti e presso i paesi membri dell’OPEC ha comportato un taglio alle previsioni sul prezzo del petrolio per il 2017: una media di $55 per il Brent (dai precedenti $60) e $53 al barile per il WTI (dai precedenti $58).

Prezzo del petrolio: Iran non si piega, verso la riunione OPEC

Intanto l’Iran prevede di aumentare l’esportazione di petrolio a 2,2 milioni di barili entro l’estate e non ha alcuna intenzione di congelare il livello di produzione di petrolio e le esportazioni, come confermato recentemente dal vice-ministro del petrolio del Paese.

Rimaniamo in attesa della prossima riunione dei paesi membri dell’OPEC - compreso l’Iran - in programma il prossimo 2 giugno.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it