Prezzo del petrolio, previsioni dicembre: a 29$ entro la fine del 2015?

Lorenzo Monti

25 Novembre 2015 - 12:42

Il 2015 ha visto amplificarsi il ribasso del prezzo del petrolio per barile. Ecco le ultime previsioni e cosa possiamo aspettarci nel mese di dicembre.

Prezzo del petrolio, previsioni dicembre: a 29$ entro la fine del 2015?

Il Petrolio è stato protagonista di un 2015 molto negativo, in qui i prezzi per barile hanno proseguito le perdite iniziate nell’estate dello scorso anno.
Il West Texas Intermediate (WTI) era quotato 53,76$ a barile a inizio gennaio 2015 e, salvo un rialzo nei mesi di maggio e giugno fino ad un massimo annuale di 62$, ha mostrato una marcata debolezza che lo ha portato a toccare il minimo annuale di 38$ a fine agosto.

Al 25 novembre 2015 il WTI viene scambiato a 42,23$, e sono molte le possibilità che il prezzo scenda ulteriormente nel corso di dicembre.

Ecco le ultime analisi e previsioni sul prezzo del petrolio a dicembre, l’ultimo mese del 2015. Il prezzo scenderà ancora?

Prezzo del Petrolio, previsioni dicembre 2015: i fattori ribassisti

Il prezzo del Petrolio è deciso da una serie di fattori: domanda, offerta, scorte di magazzino e previsioni degli analisti su quest’ultimi, solo per citarne alcuni.

Dal punto di vista della domanda, è ormai acquisito il fatto che i Paesi Emergenti stiano attraversando un periodo di difficoltà economica, con la Cina in prima linea.
Il gigante asiatico ha visto contrarsi le stime di crescita per il 2015 e per gli anni successivi: questo comporterà inevitabilmente una domanda minore di Petrolio su base mondiale.

Fattore cruciale per spiegare l’andamento dei prezzi del barile degli ultimi 11 mesi è stata la produzione senza sosta da parte dell’Organizzazione dei Paesi Produttori di Petrolio (OPEC), che mira così a mantenere la propria quota di mercato intatta.
Alla base di questa decisione, neanche troppo velatamente, c’è la volontà di mettere in ginocchio il settore dello shale oil, che stava iniziando a rappresentare una minaccia per i produttori di petrolio. Ma a prezzi così bassi non c’è speranza per i produttori di shale oil di poter competere con i giganti petroliferi. Molti produttori di shale oil hanno chiuso i propri impianti nel corso di quest’anno.

Inoltre è di oggi la notizia che l’Opec ha riammesso nei propri ranghi l’Indonesia, paese che consuma Petrolio più di quanto ne produce. Si pensa sia una scelta dovuta ad ottimizzare le sinergie commerciali con l’Asia, di cui l’Indonesia diventerà l’unico esponente.

Infine dal punto di vista delle scorte di petrolio in circolazione, queste continuano ad aumentare senza sosta.
Nel rapporto settimanale pubblicato ieri è stato mostrato come le scorte petrolifere negli USA siano aumentate di 2,6 milioni nella scorsa settimana, quando gli analisti ne prevedevano un calo di 200.000 unità.
Questo dato conferma la tendenza che vede le scorte totali di prodotti petroliferi negli USA ai massimi dal 1930.

A questi elementi si aggiunge il probabile ciclo di rialzo dei tassi di interesse negli USA a partire dal prossimo 16 dicembre, che andrà ad incidere ancora di più sul ribasso del prezzo del Petrolio.

E’ di ieri l’avvertimento del Ministro venezuelano del Petrolio Del Pino che vede il greggio a 20$ a barile se le attuali condizioni persisteranno.

Petrolio, previsioni dicembre 2015: a 29$ a barile entro la fine dell’anno?

La tendenza del prezzo del WTI, come possiamo vedere dal grafico, è chiaramente ribassista. Dopo il recupero dal minimo annuale di 38$, ora i prezzi sembrano maturi per nuovi e pesanti ribassi.

Il primo obiettivo della discesa sarà proprio il supporto di 38$, ma l’analisi del grafico ci mostra come nel giro di qualche settimana la situazione tecnica potrebbe indirizzare il WTI verso il supporto “storico” di 29$ a barile.
E’ questa una proiezione con un orizzonte temporale superiore ad un mese.
A dicembre l’attenzione dei trader dovrà essere riposta alla soglia dei 38$, che innescherebbe nuovi ribassi nel caso fosse rotta al ribasso.

Un’inversione di tendenza sarebbe possibile solo nel caso in cui i prezzi dovessero oltrepassare la soglia dei 50$ a barile.

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