Praticanti avvocato sfruttati: Baratto propone una legge di tutela

Isabella Policarpio

25 Marzo 2019 - 17:28

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Il deputato FI Baratto ha proposto un’interrogazione parlamentare per risolvere lo sfruttamento dei praticanti avvocato. I dettagli della vicenda.

Praticanti avvocato sfruttati: Baratto propone una legge di tutela

Pochi giorni fa, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Treviso, Massimo Sonego, si era sfogato in merito alla drastica diminuzione dei giovani laureati in Giurisprudenza che scelgono di intraprendere la pratica legale. Sonego aveva parlato di una vera e propria “crisi” che rischia di compromettere il buon funzionamento di molti studi legali.

Ma i giovani praticanti non ci stanno. Così, poche ore dopo le affermazioni di Sonego, viene lanciato sui social l’hashtag #raccontatelagiusta, in quanto la riduzione dei giovani che si affacciano alla pratica forense non dipende dalla mancanza di impegno e buona volontà ma dalla condizione di sfruttamento del praticantato.

Infatti, nella maggior parte dei casi, i praticanti avvocato, pur lavorando dalle 35 alle 40 ore settimanali, spesso svolgendo mansioni di grande responsabilità, ricevono un compenso a dir poco irrisorio, quando lo ricevono.

Per questa ragione, il deputato di Forza Italia Raffaele Baratto, anche lui avvocato, ha deciso di intervenire dichiarando la volontà di presentare in Parlamento una proposta per migliorare la condizione dei praticanti avvocato, intervenendo soprattutto sul tema della retribuzione.

Praticanti avvocato sfruttati: cosa prevede la proposta di Baratto

In Italia è crisi di praticanti avvocato. Così il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Treviso ha lanciato l’allarme circa la preoccupante diminuzione del numero di laureati in Giurisprudenza che scelgono di intraprendere i 18 mesi di pratica legale.

L’affermazione dell’avvocato trevigiano, però, ha scatenato l’ira di molti praticanti, categoria che da sempre verte in una condizione di disparità rispetto a tutti gli altri tirocinanti in quanto nei loro confronti non è previsto alcun obbligo di retribuzione, nonostante gli orari massacranti e la responsabilità delle mansioni.

Sarebbe proprio questo il motivo che allontana i giovani laureati in Legge dalla pratica forense, e non la mancanza di dedizione al lavoro o lo spirito di sacrificio, come spesso si insinua.

La protesta dei praticanti è stata raccolta dall’avvocato e deputato FI Baratto, il quale ha promesso di presentare un’interrogazione parlamentare per affrontare il problema. In particolare, Baratto chiede un intervento del legislatore che preveda l’obbligo di una remunerazione adeguata, con un regime di detraibilità dei compensi corrisposti che non comprometta le casse professionali.

Baratto ha anche dichiarato che la causa dei giovani praticanti avvocato sarà una delle battaglie principali dei Giovani di Forza Italia in tutto il Paese e che non si fermerà fino a quando il Parlamento non affronterà in modo serio la questione.

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