Povertà in Italia, ISTAT: è crisi nera. Cosa fa il Governo?

Sara Catalini

15 Luglio 2016 - 18:47

Povertà in Italia: il rapporto Istat “La Povertà in Italia” segnala una situazione gravissima, ecco i dati.

Povertà in Italia, ISTAT: è crisi nera. Cosa fa il Governo?

Quanti sono i poveri in Italia? Lo dice l’ISTAT nel rapporto "La povertà in Italia".

Ieri l’ISTAT ha diffuso i dati relativi al rapporto “La Povertà in Italia” e da quanto emerge la situazione è gravissima. I numeri sono i più alti da 10 anni a questa parte e rivelano che 4,598 milioni di italiani vivono in condizioni estreme di povertà.

Di seguito i numeri ISTAT del Rapporto "La povertà in Italia". Ecco i dati scioccanti sulla condizione economica del nostro Paese.

Povertà in Italia: i dati ISTAT

Cresce la povertà individuale, ma l’incidenza di povertà assoluta rimane stabile.

Tra i soggetti più colpiti le donne, di cui oltre 2 milioni versano nell’indigenza, così come le famiglie numerose soprattutto se composte da residenti stranieri.

Forte la sperequazione tra Nord, Centro e Sud Italia, anche se il fenomeno non sembra in crescita rispetto ai dati passati, come noto dall’infografica che segue relativa all’anno scorso.

Attualmente si registra una povertà pari al 4,2% al Nord, un 4,8% al Centro e un 8,6% nel Mezzogiorno. Il Nord conta il 5% di famiglie povere, il Centro ha valori stabili, mentre il Sud precipita con 4 famiglie povere su 10.

Secondo l’ISTAT l’incidenza di povertà assoluta non è salita sensibilmente rispetto agli ultimi tre anni per le famiglie povere, con variazioni statisticamente non significative: si conta il 6,1% delle famiglie residenti nel 2015 rispetto al 5,7% del 2014 e il 6,3% del 2013.

Cresce invece il numero di individui indigenti: ben 8,3 milioni, il 13,7% dei residenti. Erano il 12,9% solo un anno fa mentre 11 milioni rinunciano alle cure mediche troppo costose.

Povertà in Italia: cosa fa il Governo?

Va segnalato il recente disegno di legge sul contrasto alla povertà promosso dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Molte le perplessità sull’idea che sembra lacunosa, in particolare il Movimento 5 Stelle ha parlato di un riciclo della social card del 2012 che ha solo cambiato nome in “reddito minimo di inclusione”.

Il disegno consiste in un sussidio contro la povertà pari a circa 80 euro a testa al mese con una media per una famiglia di 4 persone (con minori) di 320 euro, ma con un tetto massimo di 400 euro al mese per le famiglie con cinque componenti e oltre.

Molti sono i limiti per ottenere tali benefici, in effetti la non universalità di tali provvedimenti e la gestione locale crea non pochi problemi visto che devono essere attuati dagli ambiti territoriali che non sono sempre supportati dalle istituzioni.

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