Il portafoglio per difendersi dalla guerra commerciale

Ufficio Studi Money.it

20 Maggio 2019 - 09:00

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In un clima di incertezza legato alle tensioni tra Stati Uniti e Cina è importante selezionare accuratamente i titoli che possono avere le caratteristiche per continuare a generare performance nonostante il quadro macroeconomico. Ne abbiamo parlato con Edoardo Fusco Femiano, Market analyst per eToro

Il portafoglio per difendersi dalla guerra commerciale

In un contesto macro-economico come quello attuale, dove le interminabili tensioni tra Usa e Cina aumentano la volatilità nei mercati, è importante valutare attentamente la composizione del proprio portafoglio per far si che le criticità della guerra commerciale non vadano ad intaccare i rendimenti dei nostri investimenti.

Anche se il rischio è una parte naturale degli investimenti, tenere conto degli impatti della guerra commerciale è di fondamentale importanza per capire quali possono essere i titoli che potranno essere maggiormente penalizzati e quali, invece, potranno cavarsela meglio.

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Secondo Edoardo Fusco Femiano, Market analyst per eToro i nuovi dazi introdotti da Trump avranno effetti negativi sui consumi: «È improbabile che le aziende tocchino i prezzi al rialzo per evitare un’ulteriore contrazione della domanda».

«All’inizio, quindi, saranno erosi i profitti e gli investimenti delle aziende che, solo dopo un certo lasso di tempo, saranno costrette ad aumentare i prezzi finali. La conseguenza sarebbe quindi un aumento dell’inflazione», spiega l’esperto di eToro.

Il portafoglio difensivo: tre tipologie di titoli

Aziende High dividend. Femiano mette in luce tre tipologie di titoli che potrebbero essere idonei alla difesa del proprio portafoglio nell’incertezza globale dettata dalle tensioni tra Usa e Cina: le società che distribuiscono alti dividendi, quelle che hanno bassi costi del lavoro ed infine le aziende che una maggiore esposizione al mercato statunitense.

Per quanto riguarda le società che distribuiscono alti dividendi, l’esperto di eToro evidenzia i Dividend Aritstocrats. A questo proposito, va ricordato che esistono due indici di questo genere:

  • Il primo è l’indice S&P 500 Dividend Aristocrats costituito dalle 53 società incluse nell’indice S&P 500 che hanno aumentato i loro dividendi sulle azioni ordinarie in modo regolare per almeno 25 anni consecutivi.
  • Il secondo paniere è l’S&P High-Yield Dividend Aristocrats Index che invece include le 111 società dell’indice S&P 1500 Composite che hanno aumentato regolarmente l’importo delle cedole per almeno 20 anni consecutivi.

Di seguito una lista delle società statunitensi, con rendimento da dividendo pari ad almeno il 3,5% negli ultimi cinque anni:

  • AT&T (6,5%),
  • AbbVie (5,3%),
  • Mercury General Corp.(5,0%),
  • People’s United Financial (4,3%),
  • Meredith Corp. (4,2%),
  • Chevron Corp. (3,9%),
  • United Bankshares (3,8%),
  • Realty Income Corp.(3,7%),
  • National Retail Properties (3,6%),
  • Leggett & Platt Inc. (3,6%).
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Aziende con bassi costi del lavoro. Un’altra tipologia di titoli da considerare, spiega l’esperto di eToro, sono quelli che hanno una bassa sensibilità al costo del lavoro e che quindi non risentirebbero eccessivamente dell’aumento dell’inflazione.

In questo senso, le società con bassa esposizione al costo del lavoro sono titoli come Facebook e Google Alphabet, titoli che hanno generalmente sovraperformano gli indici americani, in quanto l’aumento del costo del lavoro resta un problema marginale.

Aziende con maggiore esposizione al mercato domestico. Il 70% del PIL americano è costituito da consumi interni e quindi è evidente che la domanda interna resta il principale driver di crescita dell’economia USA.

La scelta di puntare su titoli focalizzati sull’economia domestica aiuta quindi a mantenere una bassa esposizione al rischio inflazionistico della guerra commerciale. Una modalità semplice è quella di puntare su titoli presenti nell’indice Russell 2000 o direttamente sull’indice mediante l’ETF IWM (iShares Russell 2000 Index).

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