Plastiche monouso vietate: multe per chi continua a utilizzarle

Giorgia Bonamoneta

05/07/2021

05/07/2021 - 21:49

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La plastica monouso viene bandita in tutta Europa. La decisione del Parlamento europeo, attiva dal 3 luglio, prevede una riduzione della plastica (entro il 2030) per la salvaguardia dell’ambiente.

Plastiche monouso vietate: multe per chi continua a utilizzarle

Dal 3 luglio 2021 la plastica monouso viene messa al bando: lo stabilisce l’UE, con gli Stati membri che nel frattempo devono aver messo in campo tutte le misure necessarie per “attuare queste disposizioni e ritiro degli articoli vietati dalla norma”.

I negozi potranno comunque continuare a vendere i prodotti vietati fino a esaurimento scorte; poi le plastiche monouso saranno vietate per sempre con sanzioni per chi trasgredisce.

Ma attenzione: per l’Italia non cambia ancora nulla visto che manca il decreto con il quale verranno recepite le indicazioni che arrivano dall’Europa. Decreto nel quale saranno indicate le sanzioni per i trasgressori.

Perché la plastica monouso viene bandita

La plastica è ovunque, nei vestiti, nell’arredamento, nel cibo che mangiamo. Suona strano? Lo è e anzi bisogna ribadire un concetto essenziale: è pericolosa.

Il problema delle microplastiche è qualcosa che non si può sottovalutare. Le ritroviamo nel cibo che mangiamo, principalmente nel cibo proveniente dal mare e di cui siamo appassionati soprattutto in estate. Una scorpacciata di plastiche che nel tempo può essere nociva per la salute, ma che nell’immediato è dannosa per l’ambiente.

L’Europa, dal 2018, sta investendo nella riduzione dei rifiuti e nell’impatto che l’uomo ha sull’ambiente. Il Green Deal europeo prevede lo sviluppo di un’economia moderna ed efficace, che non ha bisogno di plastica. L’Europa sta investendo 1.800 miliardi per raggiungere gli obiettivi prefissati di riduzione di emissioni di Co2 e altri rifiuti.

Dal 3 luglio, sotto indicazione del Parlamento europeo, saranno vietati gli oggetti di plastica monouso e per chi continua a utilizzarli, o a venderli, si rischieranno multe fino a 10 mila euro.

Addio alle plastiche monouso: la decisione del Parlamento europeo

Dal 3 luglio l’Europa ha bandito 10 prodotti di plastica monouso, quelli che - come riporta l’annuncio del Parlamento europeo - si trovano più frequentemente in spiaggia e, insieme agli attrezzi da pesca, costituiscono il 70% dei rifiuti marini.

Vediamo quali sono i prodotti che non si potranno più acquistare:

  • posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette)
  • piatti di plastica monouso
  • cannucce di plastica
  • bastoncini cotonati fatti di plastica
  • bastoncini di plastica per palloncini
  • plastiche ossi-degradabili, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso

La “strategia green” dell’Unione europea è articolata in diversi punti. Tra questi un obiettivo concreto per salvaguardare l’ambiente è quello di aumentare lo smaltimento e il riciclo della plastica, che dall’attuale 30% dovrà passare al 90% entro il 2030.

L’impegno non è da poco, soprattutto perché l’Italia dovrà fronteggiare il problema dell’occupazione. Il settore della plastica impiega infatti 150.000 mila addetti e fattura oltre 40 miliardi l’anno. Eppure appare evidente che non si può continuare a produrre senza un controllo sugli scarti e i rifiuti che la plastica genera.

Spetta all’Italia riconvertire le 10.000 imprese dedicate alla plastica, principalmente alla plastica monouso, in produzione di plastica 100% biodegradabile o in monouso composto da legno e altre sostanze. Se l’Italia e le imprese italiane dovessero decidere di continuare a utilizzare prodotti monouso andranno incontro a multe e provvedimenti salati.

Mentre l’Italia protesta, gli scienziati chiedono di fare di più per ridurre l’impatto della specie umana sull’ambiente, in una gara già persa contro la crisi climatica e ambientale.

Per farci un’idea di quanta plastica viaggia libera oggi per i mari, secondo lo studio «The Mediterranean: Mare plasticum» dell’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources messa in evidenza da Slow Fish a Genova, nel Mediterraneo si contano oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti di plastica.

Tipi di plastica e la difficoltà della riciclabilità

Quanti tipi ci plastica ci sono? Sul prodotto finito, dopo la lavorazione che trasforma le sfere di plastica in oggetti, possiamo trovare un simbolo con tre frecce che formano un triangolo: il simbolo della raccolta differenziata, anche se la sua presenza non vuol dire necessariamente che il prodotto sia riciclabile.

Un prodotto, per essere definito riciclabile, deve essere composto da un determinato tipo di plastica. I tipi di plastica sono indicati da un numero, che va da 1 a 7. Vediamo insieme cosa significano:

  • PET o numero 1, si usa per le bottiglie di plastica e altri contenitori di alimenti;
  • HDPE o numero 2, usato per i tappi delle bottiglie;
  • PVC o numero 3, usato per l’imballaggio;
  • LDPE o numero 4, si usa per i sacchetti;
  • PP o numero 5, usato per esempio per le custodie dei DVD;
  • PS (polistirene) o numero 6, anche questo usato per gli imballaggi;
  • misto o numero 7 e può essere usato per qualsiasi tipo di utilizzo.

Non tutti i tipi di plastica sono facilmente riciclabili, PET e HDPE sono tra questi. Ci sono molti altri tipi di plastica, usati negli ambienti industriali per esempio, ma il costo del loro riciclaggio è molto più alto. Per questo gli oggetti monouso (solitamente plastica di tipo 7) non sono molto riciclati e finiscono per inquinare.

Alternative ai prodotti di plastica monouso

I prodotti monouso di plastica costano tanto all’ambiente quanto alle nostre tasche. Un set di piatti di plastica di 50 pezzi può costare anche 2/3 euro. Le alternative alla plastica spesso sono riutilizzabili e simili nel prezzo. Cannucce di metallo, borracce in acciaio, cotton fioc di legno lavabili e molti altri. Le alternative ci sono, ma spesso siamo troppo pigri per andarle a cercare.

Impedire la produzione e la vendita di prodotti monouso porterà gli oggetti biodegradabili in tutti i supermercati. Il resto lo farà la domanda-offerta, così anche coloro che temono di spendere un po’ di più potranno ricredersi. E per i più difficili da convincere sono previste sanzioni e multe fino a 10 mila euro.

Le sanzioni per chi continuerà a utilizzare plastica monouso in Italia

L’Italia si deve preparare al cambiamento, ma nel frattempo si discute su come e quando applicare le direttive europee sui prodotti monouso. In particolare l’attenzione del Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, è rivolta ai prodotti monouso realizzati con plastiche biodegradabili e compostabili (secondo lo standard europeo EN 13432) e quelli con una bassa percentuale di plastica.

La motivazione è quella riportata sopra: l’Italia fattura oltre 40 miliardi nel settore di prodotti di contenitori alimentari come piatti, posate e bicchieri. Dopotutto Cingolani non è la prima volta che si esprime in un’ottica di compromesso. Su Repubblica ha scritto: “Essere sostenibile equivale a trovare il giusto compromesso fra istanze, necessità e desideri”.

Mentre l’Italia attende un confronto con l’Europa, il settore che produce i prodotti monouso rimane in stallo. Per ora l’applicazione delle direttive europee e le multe sono rimandate a ottobre (quando dovrebbe essere approvato il dlgs con il quale la direttiva UE sarà applicata in Italia).

Multe che, secondo quanto indicato nella bozza del dlgs, prevedono una sanzione pecuniaria che va dai 1.000€ ai 10.000€; la sanzione sarà aumentata fino al doppio in caso d’immissione di un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10 per cento del fatturato del trasgressore.

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