Scatta l’allarme sulle bottiglie di vetro. Uno studio francese ha appena scoperto che contegno più microplastiche delle bottiglie di plastica
La sensibilità ambientale è, per fortuna, profondamente aumentata in questi ultimi anni. Oggi siamo più attenti all’impatto che le nostre attività quotidiane hanno sul pianeta, cerchiamo di ridurre gli sprechi di acqua ed energia e facciamo molta più attenzione al riciclo.
Sempre più persone, inoltre, cercano di ridurre la produzione di rifiuti e provano ad evitare più possibile gli imballaggi in plastica, molto spesso ricorrendo ai contenitori e alle bottiglie in vetro.
Purtroppo, però, il vetro, ritenuto da sempre il simbolo della sostenibilità, sia a livello di produzione che di smaltimento del rifiuto, potrebbe nascondere notevoli insidie. È quanto recentemente scoperto da un gruppo di studiosi francesi dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (ANSES) che, analizzando le bottiglie in vetro hanno scoperto che possono contenere una quantità di microplastiche di 50 volte superiore a quelle in plastica.
La scoperta francese sulle microplastiche
Lo studio francese, recentemente pubblicato sull’autorevole rivista Journal of Food Composition and Analysis, ha fatto scalpore e ha generato un dibattito accesso sulla filiera di produzione delle industrie che si occupano di imballaggi.
Dopo aver analizzato decine e decine di bottiglie di vetro distribuite in Francia, sia di birra che di altre bevande, i ricercatori hanno scovato circa 100 particelle di microplastica al litro. Ovvero un livello superiore da 5 a 50 volte in più rispetto a quello rilevato negli imballaggi in plastica o in metallo.
Il problema è il tappo
A scanso di equivoci, è importante precisare che il vetro resta un materiale decisamente meno impattante sull’ambiente rispetto alla plastica. Il vero problema, affermano i ricercatori francesi, starebbe nei tappi.
E più precisamente nella vernice esterna che li ricopre. Una vernice che, se graffiata, potrebbe rilasciare una enorme quantità di microplastiche sia sul tappo che sull’intera bottiglia.
Entrando più nel dettaglio, gli analisti hanno scoperto che per quanto riguarda l’acqua il numero di microplastiche rimane relativamente basso, attestandosi a 4,5 particelle al litro.
Il problema è maggiore nelle altre bibite analcoliche che presentano dalle 30 alle 40 particelle al litro. Ancora peggio la situazione relativa alla birra, maglia nera con 60 microplastiche al litro.
I consigli degli esperti per utenti e aziende
Ancora non è ben chiaro l’impatto che le microplastiche hanno sulla salute umana, ma, in attesa di studi scientifici più accurati, è sempre una ottima idea adottare delle misure di buona condotta per ridurre i rischi di ingestione.
Gli esperti consigliano di non agitare mai i contenitori in vetro e, se possibile, di lavare accuratamente il tappo prima di aprire la bottiglia. Se c’è la possibilità, inoltre, meglio optare per bottiglie con chiusure realizzate in metallo o in silicone.
La vera sfida, però, è quella che i risultati di questo studio pongono alle industrie produttrici di bevande. Aziende che saranno costrette a ripensare la loro filiera produttiva, puntando su imballaggi e su materiali che siano davvero sicuri per la salute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA