Pirelli alla vigilia dell’Opa di ChemChina: addio a Piazza Affari vicino?

Linda Tiralongo

8 Settembre 2015 - 12:38

Dal 9 settembre ha inizio l’Opa cinese su Pirelli lanciata da Marco Polo Industrial Holding, controllata del colosso ChemChina. Pirelli lascerà Piazza Affari? Ecco i dettagli dell’Opa.

Pirelli alla vigilia dell’Opa di ChemChina: addio a Piazza Affari vicino?

Dal 9 settembre parte l’offerta pubblica di acquisto (Opa) di ChemChina su Pirelli. L’operazione del valore superiore ai 5 mld di euro è stata annunciata lo scorso marzo e ha ottenuto il via libera dalla Consob la scorsa settimana. Si tratta di un’Opa obbligatoria totalitaria e il suo periodo di adesione terminerà il 13 ottobre.
Pirelli, società leader nella produzione di pneumatici, si prepara così a diventare cinese e forse anche a lasciare Piazza Affari se la Marco Polo, controllata di ChemChina, supererà il 90% del capitale a seguito dell’operazione.

Ecco le 4 cose da sapere sull’OPA cinese lanciata sulla Pirelli.

Pirelli diventa cinese: il valore dell’Opa

Dal 9 settembre al 13 ottobre si potrà aderire all’Opa lanciata da ChemChina sulla società guidata da Marco Tronchetti Provera. 5, 6 mld di euro è il valore dell’Opa relativa sia alle azioni ordinarie Pirelli che a quelle di risparmio. Per entrambe il prezzo stabilito è di 15 euro per azione, per il quale si è espresso favorevole l’attuale presidente e ad Pirelli Marco Tronchetti Provera, giudicandolo congruo e adeguato. Le trattative sull’operazione vanno avanti in realtà da mesi e l’apertura dell’Opa dal 9 settembre rappresenta l’ultimo tassello, quello più importante, che decreterà il passaggio di bandiera definitivo della Pirelli al Dragone.

Pirelli diventa cinese: i protagonisti dell’Opa

Si tratta di un’Opa obbligatoria totalitaria lanciata dalla Marco Polo Industrial Holding sul 76,58% del capitale di Pirelli. La Marco Polo, controllata al 65% da ChemChina, colosso dell’industria chimica cinese, possiede già il 25,97%.
Superando la soglia di rilevanza del 25%, la controllata di Chem China ha lanciato così l’Opa sul rimanente 76% del capitale.
L’operazione non presenta alcun carattere ostile. Anzi come dichiara lo stesso ad Marco Tronchetti Provera

L’accordo rappresenta una grande opportunità per Pirelli. L’approccio al business e la visione strategica di ChemChina garantiscono lo sviluppo e la stabilità di Pirelli.

Opa Pirelli: novità sulla copertura finanziaria

L’Opa Pirelli presenta anche una novità dal punto di vista della copertura finanziaria dell’operazione. Diversamente dai tradizionali investimenti di Pechino, nel caso dellOpa Pirelli, l’operazione sarà coperta per 2,1 mld di euro da capitali e per i 3,6 con una linea di credito sostenuta da soggetti finanziatori del calibro di JpMorgan. In tal senso parte della copertura sarà inquadrata tecnicamente come un LBO (un acquisto a debito) .

Pirelli lascerà Piazza Affari?

Non sarebbe di certo la prima volta che si sente parlare di una quotata italiana partecipata da capitale cinese, ma questa volta, oltre alla mera operazione finanziaria c’è proprio un passaggio di bandiera: la Pirelli diventerà cinese.
Gli accordi prevedono infatti che se a seguito dell’Opa lanciata verrà superato il 90% del capitale di Pirelli, scatterà la revoca della quotazione su Piazza Affari della società di Marco Tronchetti Provera.

Fino al 2021 Tronchetti Provera resterà ai vertici della società e la sede e il centro di ricerca rimarranno in Italia ma gli accordi con Chem China prevedono anche altro. Per il colosso della chimica cinese, non si tratterebbe infatti, solo di un’operazione finanziaria, ma anche di una precisa strategia di politica industriale. ChemChina otterrà notevoli agevolazioni in termini di governance: potrà nominare un numero di consiglieri di amministrazione pari a quelli nominati dai soci italiani. Nonostante tutto si dichiara ottimista l’ad Pirelli ribadendo

Management, tecnologie e sede rimarranno italiani come è stabilito dagli accordi. Continueremo a gestire la Pirelli come abbiamo fatto finora - prosegue - puntando a far crescere un’azienda che è da sempre multinazionale e attiva sui mercati di tutto il mondo.

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