Pietro Genovese: cosa rischia davvero per l’omicidio di Gaia e Camilla

Isabella Policarpio

23 Dicembre 2019 - 17:19

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Gravissime le accuse su Pietro Genovese per l’omicidio stradale delle due sedicenni romane. Il figlio del noto regista è anche risultato positivo ai test di droga e alcool, cosa che ne aggrava notevolmente la posizione giudiziaria. Ecco cosa rischia davvero.

Pietro Genovese: cosa rischia davvero per l’omicidio di Gaia e Camilla

Le accuse gravanti su Pietro Genovese si fanno sempre più gravi in seguito all’omicidio di Gaia e Camilla, le giovanissime romane investite nei pressi di ponte Milvio mentre attraversano la strada nella notte tra il 21 e il 22 dicembre.

Alla guida del suv che ha colpito in maniera mortale le sue sedicenni c’era il figlio del regista Paolo Genovese, venti anni appena compiuti e neopatentato. Subito dopo l’incidente mortale Pietro è stato sottoposto ai test di alcool e droga, entrambi risultati positivi.

Adesso il ragazzo rischia grosso: per l’omicidio stradale il Codice penale prevede la detenzione in carcere da 5 a 10 anni se il guidatore ha un tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 g/l, pena che può arrivare fino a 18 anni di carcere in caso di omicidio plurimo.

Mentre si aspetta la conclusione delle indagini, la Polizia ha disposto il sequestro del veicolo e del cellulare del ragazzo alla ricerca di ulteriori indizi. Per ora tutto lascia pensare che la situazione di Pietro Genovese possa solo continuare ad aggravarsi.

Cosa rischia veramente Pietro Genovese

Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann sono morte a soli 16 anni, investite mentre tornavano da una serata di svago su Corso Francia, come tanti altri ragazzi della loro età.

Il colpevole è Pietro Genovese, giovanissimo anche lui, che quella sera era alla guida con un tasso alcolemico superiore al consentito. Il test a cui è stato sottoposto ha rilevato un tasso di alcool nel sangue pari a 1,4 g/l, ben oltre la soglia consentita per i neopatentati, che dovrebbero avere un tasso pari a 0 g/l. Ma non finisce qui. Dai test a cui è stato sottoposto pare che Pietro sia anche risultato positivo a varie droghe, cosa che aggrava ulteriormente la sua posizione giudiziaria. Che cosa rischia adesso?

Le indagini sono ancora in corso, quindi possiamo fare solo una previsione ipotetica. Dagli elementi emersi fino ad ora Pietro Genovese rischierebbe il carcere fino a 18 anni. Lo prevede la disciplina dell’omicidio stradale introdotta dalla legge 41/2016.

Nel caso di specie troverebbero applicazione le seguenti previsioni normative:

  • reclusione in carcere da 5 a 10 anni per tasso alcolemico nel sangue compreso tra 0,8 e 1,5 g/l (quello di Pietro è risultato essere 1,4 g/l );
  • reclusione fino al massimo di 18 anni in caso di omicidio stradale plurimo, in quanto nel caso di specie le vittime sono due.

Per la corretta e definitiva determinazione della pena bisognerà aspettare la fine delle indagini, dalle quali potrebbero emergere nuove circostanze aggravanti o attenuanti.

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