Perché si chiama esame di Maturità

Fiammetta Rubini

17 Giugno 2020 - 09:35

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Non solo in Italia: anche negli altri Paesi gli esami di Stato si chiamano Maturità. Ecco perché e da dove deriva il termine.

Perché si chiama esame di Maturità

Esami di Maturità al via per più di 500 mila studenti, alle prese quest’anno con una prova molto diversa a causa dell’emergenza COVID-19.

Ma questa non è la priva volta nella storia della scuola italiana che vengono apportate modifiche agli esami di Stato: da quando è stato introdotto, l’esame ha visto diverse riforme sia per quanto riguarda la struttura delle prove sia il calcolo del voto finale.

Un’altra curiosità che forse non tutti sanno è che il termine Maturità viene utilizzato anche in maniera ufficiale in molti altri Paesi per riferirsi agli esami conclusivi del ciclo di studi di scuola superiore. Ecco da dove deriva.

Perché si chiamano esami di Maturità

Il termine Maturità deriva dal latino maturitas (“maturazione, saggezza, sviluppo completo”) e viene utilizzato in diversi Stati europei, sia in modo formale che colloquiale. Ad esempio in Bulgaria si chiamano esami di maturità di Stato, o “matura”; in Albania si chiamano Matura Shtetërore, in Austria Matura, così come in Croazia.

In altri Paesi, invece, il termine utilizzato è completamente diverso: in Francia il titolo di studio che gli allievi conseguono alla fine del ciclo di studi di scuola secondaria si chiama baccalaureat, mentre nel Regno Unito l’equivalente dell’esame di Stato si chiama GCSE (Certificato Generale di Istruzione Superiore); in Germania si chiama Abitur, o “Abi”, mentre in Svizzera la maturità è chiamata La Maturité o, più informalmente, La Matu.

In Italia è solo a partite dall’anno scolastico 1997/1998 che gli esami dell’ultimo anno di scuola superiore assumono il nome ufficiale di esame di Stato. Il termine Maturità per indicare gli esami di Stato è più che altro colloquiale e informale, sebbene sia ormai entrato nel linguaggio comune.

L’esame di Maturità è stato introdotto nel 1923 dal Ministro Giovanni Gentile. All’epica consisteva in 4 prove scritte e un orale su tutte le materie studiate nell’intero corso di studi. All’inizio fu molto difficile: la percentuale di promossi nei primi due anni fu bassa, ragion per cui negli anni successivi si decise di alleggerirlo.

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