Boeri torna a sollecitare il Governo sulla necessità di introdurre una maggiore flessibilità in uscita in materia di pensioni. Ecco le sue parole.
Il presidente dell’Inps Tito Boeri è tornato a parlare di pensioni e, in particolare, della riforma che dovrà essere studiata dal Governo e di flessibilità in uscita.
Boeri in particolare si è soffermato sull’atteggiamento dell’esecutivo che ancora una volta ha rimandato l’intervento in materia, rinviando la riforma delle pensioni alla prossima Legge di Stabilità: “
Se sbloccassimo in parte la situazione creeremmo condizioni più favorevoli all’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. Questo è un problema serissimo per il loro futuro previdenziale; prima si è detto che sarebbe stata fatta nel 2015, poi nel 2016 adesso si parla della legge di stabilità del 2017. Se si fa, va fatta subito”
ha commentato il presidente dell’Istituto di previdenza nazionale in proposito.
Pensioni, la flessibilità aiuta occupazione dei giovani
Per il presidente dell’Inps Tito Boeri, quindi, l’introduzione di una maggiore flessibilità in uscita nel sistema previdenziale aiuterebbe anche i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro.
La riforma Fornero del 2011, infatti, ha penalizzato le assunzioni dei giovani; tale fenomeno è stato reso più evidente dall’analisi comparata condotta dall’Inps tra aziende che hanno lavoratori che hanno subito il blocco, con una fortissima riduzione delle assunzioni giovanili, e altre rimaste indenni.
A sostegno di questa teoria, inoltre, Boeri aveva presentato a fine gennaio un’analisi effettuata dall’Università Bocconi, dalla quale risultava in modo chiaro l’effetto blocco assunzioni determinato dal mancato turn-over in azienda. In particolar modo da questo studio si evinceva che la legge Fornero ha ridotto le assunzioni in azienda dei giovani del 65%.
Pensioni, sulla flessibilità il Governo prende tempo
Nonostante l’insistenza di Boeri e i dati riportati che dimostrano l’importanza di intervenire in materia di pensioni e, in particolare, di introdurre una maggiore flessibilità in uscita, per il momento il Governo non sembra deciso a introdurre misure in tal senso.
Prima Renzi, e poi il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, hanno allontanato questa possibilità a causa del problema delle coperture economiche e del rigore imposto dall’Europa. Poletti ha ipotizzato il prestito pensionistico come unica possibilità per garantire una forma di pensione anticipata senza incidere in modo troppo rilevante sulle casse dello Stato.
La proposta avanzata da Boeri invece richiederebbe di andare a toccare i trattamenti pensionistici della classe media, conseguenza questa che l’esecutivo vorrebbe evitare. Il problema sarebbe quindi riuscire a trovare risorse per coprire gli esborsi dovuti ai costi per la flessibilità in uscita e per l’assegno per i disoccupati ultra 55enni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA