Pensioni news: in attesa di sapere quali saranno le sorti della riforma delle pensioni, sindacati e Governo iniziano a pensare anche ai giovani. Allo studio l’Assegno di Garanzia.
Le ultime news sulle pensioni riguardano i giovani e, nello specifico, le misure allo studio del Governo e dei sindacati per garantire un reddito minimo a tutti i lavoratori che ricadono all’interno del sistema contributivo.
Se sul fronte della riforma delle pensioni ancora tutto tace, e il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi fa riemergere lo spettro di uno slittamento al 2018 delle misure di pensione anticipata, sindacati e Governo stanno iniziando già a pensare alla fase due che riguarderà, tra gli altri, anche i giovani.
Quello dei giovani, in effetti, sembra un problema reale: un’intera generazione che, alla luce del sistema degli adeguamenti alle speranze di vita, rischierà di andare in pensione a 73 anni con assegni molto bassi calcolati esclusivamente con il metodo contributivo.
La soluzione per tutti i lavoratori assunti dopo il 31 dicembre 1995 potrebbe, a questo punto, essere una: l’assegno di garanzia, ossia un importo minimo, erogato a determinate condizioni, che garantisca ai futuri pensionati la possibilità di ritirarsi dal lavoro percependo una pensione che consenta una sopravvivenza dignitosa.
Pensioni news: per i giovani si studia l’assegno di garanzia, perché?
Sarebbe quindi l’assegno di garanzia la misura al vaglio dell’esecutivo per risolvere il problema delle pensioni dei giovani. La misura sarebbe rivolta a tutti quei lavoratori che hanno iniziato a versare contribuzione dopo il 31 dicembre 1995, e che ricadono, dunque, all’interno del sistema contributivo che risulta essere fortemente penalizzante nel calcolo dell’assegno pensionistico.
Proprio il rischio di una futura generazione di pensionati con pensioni da fame ha reso evidente la necessità dell’adozione di correttivi al metodo contributivo, che rischia di alzare l’asticella della povertà tra i pensionati. Se si pensa che attualmente, sulla base delle ultime rilevazioni Inps, sono circa 6 milioni i pensionati che vivono con pensioni al di sotto dei 1000 euro, si capisce l’urgenza di agire per tutelare tutti coloro che percepiranno pensioni calcolate esclusivamente con il metodo contributivo, maggiormente penalizzante rispetto al retributivo e al misto.
Pensioni news: assegno di garanzia, come funziona?
L’ipotesi più reale, che potrebbe fungere da correttivo al calcolo delle pensioni con il metodo contributivo, è quella dell’introduzione di un assegno di garanzia, che verrebbe erogato a determinate condizioni, consentendo ai destinatari di integrare il proprio assegno pensionistico.
L’assegno minimo, in base a quanto ipotizzato fino a qui, dovrebbe avere un valore non inferiore a quello del trattamento minimo o dell’assegno sociale (ossia 450/500 euro al mese). Tale importo verrebbe erogato interamente dallo Stato e allo stesso il beneficiario potrebbe aggiungere la quota dell’assegno calcolata con il metodo contributivo. Tale integrazione sarebbe concessa fino al raggiungimento di un importo massimo di 1.500 euro lordi al mese.
L’assegno di garanzia non verrebbe, in ogni caso, garantito a tutti ma sarebbe erogato nel rispetto di determinate condizioni: tra queste potrebbero esserci il raggiungimento di una determinata età anagrafica, la dimostrazione di un certo reddito ISEE o la presenza di particolari carichi familiari.
Pensioni news: giovani e importi soglia
Durante i prossimi incontri in programma tra Governo e sindacati le parti, per quanto riguarda il tema delle pensioni dei giovani, dovranno anche affrontare il problema degli importi soglia. In base a quanto previsto dalla normativa, infatti, i giovani possono ritirarsi dal lavoro solo qualora il loro reddito pensionistico superi determinati valori. Possono andare in pensione anticipata a 63 anni e 7 mesi se l’importo della stessa non risulta inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale (ossia 1250 euro lordi al mese); se tale soglia non è raggiunta è possibile uscire a 66 anni e 7 mesi a condizione che l’importo dell’assegno non risulti inferiore a 1,5 volte il valore dell’ assegno sociale, ossia 670 euro al mese. Se anche questo valore non è raggiunto, occorre attendere i 70 anni e 7 mesi che, con l’adeguamento alle speranze di vita, potrebbero diventare 73 anni.
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