Pensioni nel 2015, flessibilità in uscita, calcolo contributivo, pensione anticipata: ecco quali sono le ipotesi allo studio del Governo

Simone Casavecchia

04/03/2015

Alle dichiarazioni di Tito Boeri si sono aggiunte ieri quelle di Giuliano Poletti che ha parlato di un possibile intervento sulle pensioni nel 2015, già all’interno della Legge di Stabilità: ecco quali sono i fronti di intervento e le possibili novità su flessibilità in uscita e pensioni anticipate.

Pensioni nel 2015, flessibilità in uscita, calcolo contributivo, pensione anticipata: ecco quali sono le ipotesi allo studio del Governo

Intervenuto ieri nel corso di un convegno dell’INAIL, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti è tornato a parlare della riforma delle pensioni nel 2015, soprattutto a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal nuo presidente dell’INPS Tito Boeri, in un messaggio ai dipendenti dell’Istituto e in un’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera.

La riforma delle pensioni è un tema sotto la costante attenzione del Governo, secondo Poletti e possibili interventi e modifiche alla Legge Fornero attualmente in vigore, già allo studio dei tecnici, potrebbero essere inseriti già nella prossima Legge di Stabilità. Secondo Poletti una nuova normativa sulle pensioni

"è all’ordine del giorno e il punto di riflessione coinciderà con la prossima legge di Stabilità"

occorre però non alimentare facili aspettative e avviare una riflessione in merito a un argomento tanto delicato quanto spinoso, su cui sono molti i fronti di possibile intervento.

Pensione anticipata e flessibilità in uscita
Poletti ha considerato la flessibilità in uscita come una delle possibili soluzioni per risolvere il nodo delle pensioni, ovvero per favorire l’uscita dal mondo del lavoro dei lavoratori più anziani e per liberare nuovi posti di lavoro.
Si tratta di un’apertura alle dichiarazioni rilasciate ieri sul Corriere della Sera da Tito Boeri, neopresidente dell’INPS, che ha parlato sia di una possibile estensione del calcolo contributivo a tutti i contribuenti che percepiscono la pensione sia della possibilità di associare forme di flessibilità in uscita alla riduzione degli assegni pensionistici. In altri termini verrebbe concessa la possibilità di andare in pensione prima, subendo un taglio, una riduzione, dell’assegno pensionistico che sarebbe direttamente proporzionale all’anticipo stesso (prima si va in pensione, meno soldi si prendono).
A tal proposito Boeri non ha mancato di rilevare che per introdurre questa possibilità occorrerebbe innanzi tutto

"convincere la Commissione europea... Per l’Ue se si consentono i pensionamenti anticipati risalta solo l’aumento immediato della spesa ma non il fatto che poi si risparmierà perché l’importo della pensione sarà più basso"

A tal proposito occorre ricordare che la riforma Fornero delle pensioni era stata introdotta non solo allo scopo di risparmiare sulla spesa pubblica ritardando il momento del pensionamento di molti lavoratori ma anche al fine di armonizzare la normativa previdenziale italiana a quella europea. In base alla riforma Fornero sulle pensioni, varata nel 2011, l’età della pensione sarà elevata fino a 66 anni (nel 2018), in alternativa rimane la possibilità di ottenere la pensione di anzianità con 41 anni (donne) o 42 anni (uomini) di contributi versati.
Già nel Governo Letta, il ministro del Lavoro Giovannini aveva iniziato a studiare interventi di modifica alla riforma Fornero quali il prestito Previdenziale che avrebbe concesso la possibilità del pensionamento anticipato in cambio di ripetuti prelievi (con cui sarebbe stato restitutito il prestito, di fatto contratto con lo stato al momento dell’ottenimento della pensione anticipata) sull’assegno pensionistico.

Esodati
L’introduzione dello strumento della pensione anticipata diviene sempre più urgente proprio allo scopo di dare definitiva risoluzione al problema degli esodati. Per chi perde il lavoro e non arriva a maturare i requisiti pensionistici, secondo Poletti,
"o si adotta un ammortizzatore specifico o si individua una modalità ponte per andare in pensione"
Sul tema degli esodati si era espresso anche Boeri dichiarando al quotidiano di Via Solferino che pur essendo stati attuati sei interventi di Salvaguardia, spesso sono stati aiutati lavoratori che, pur essendo rimasti senza lavoro e senza previdenza erano titolari di redditi elevati mentre molte altre situazioni sono rimaste non protette. Secondo Boeri riguardo agli esodati occorre una spesa più oculata delle risorse pubbliche e, eventualmente, anche strumenti come un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale.
Quel che è certo, anche secondo Poletti è che occorre scongiurare quello che potrebbe diventare un vero e proprio problema sociale, partendo dalle situazioni più delicate.
Al momento i lavoratori tutelati sono oltre 170.000; gli interventi di salvaguardia sono finora costati alle casse dello Stato circa 11,6 miliardi ma altri casi di esodati potrebbero presentarsi in futuro, senza considerare che non per tutti i lavoratori che sono risultati esodati dalla riforma Fornero è stata ancora trovata una soluzione.
Poletti ha concluso affermando che i prossimi mesi saranno dedicati allo studio approfondito del nodo pensioni e a un confronto tanto con il presidente dell’INPS Boeri, quanto con i sindacati che pur approvando le prospettive di pensionamento anticipato, rifiutano le penalizzazioni correlate.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it