Quali sono i lavori gravosi e usuranti? Ecco quali professioni rientrano nell’elenco aggiornato al 2025 e quali agevolazioni prevedono sul piano pensionistico.
Spesso si sente parlare di lavori usuranti e lavori gravosi, soprattutto in riferimento alle pensioni dei lavoratori precoci e alla pensione anticipata. Tuttavia, non è raro che si confondano i due termini, identificando il lavoro usurante con il lavoro gravoso. In realtà, si tratta di situazioni ben diverse a cui vengono associati benefici e procedure differenti.
Nel 2025, l’INPS ha accolto oltre 300.000 richieste di pensionamento anticipato per lavori usuranti o gravosi, un segnale chiaro della rilevanza di queste categorie nel quadro previdenziale nazionale. Tali mansioni, già oggetto di particolare attenzione da parte della normativa, implicano gravi rischi psicofisici a lungo termine, ed è per questo che lo Stato consente ai lavoratori coinvolti di anticipare l’uscita dal lavoro con condizioni agevolate.
Ma cosa sono il lavoro gravoso e il lavoro usurante? Quali sono le differenze? Le categorie sono formalmente suddivise in lavori usuranti, definiti da un impegno fisico estremo e condizioni ambientali avverse, e lavori gravosi, caratterizzati da un carico intenso fisico o mentale ma non riconducibile ai classici elementi usuranti. Entrambe godono di agevolazioni che permettono l’accesso anticipato alla pensione, ma differiscono significativamente per elenchi, requisiti e strumenti disponibili. Ecco come funziona la normativa oggi.
Lavori gravosi vs lavori usuranti: che differenze ci sono?
Mettiamo ordine e vediamo le differenze tra lavori usuranti e lavori gravosi
Lavori usuranti
I lavori usuranti sono delle attività lavorative che richiedono un impegno psicofisico intenso e prolungato, spesso in condizioni ambientali difficili e con turni di molte ore.
Sono stati definiti dal Decreto Legislativo n. 374 dell’11 agosto 1993 (poi ampliati in occasione del Decreto Legislativo 67/2011) e includono una serie di lavori manuali molto pesanti.
Attività caratterizzate da sforzo fisico estremo, turnazioni gravose o esposizione a rischi ambientali, riconosciute come tali dal D.Lgs. 374/1993 e ampliamenti successivi, e aggiornate al 2025. Rientrano, per esempio:
- lavori in gallerie, miniere, cassoni ad aria compressa, a contatto con amianto o in spazi ristretti;
- mansioni ad alte temperature, come in fonderie;
- conducenti pubblici notturni, addetti a linee catena, palombari.
Lavori gravosi
I lavori gravosi, invece, sono quelle mansioni che pur non rientrando tra quelle usuranti comportano comunque un elevato carico sia fisico che mentale. Queste professioni sono state individuate più recentemente, in occasione della Legge di Stabilità 2017 e successivamente sono state ampliate con il Decreto del 5 febbraio 2018 e la Legge di Bilancio 2022.
L’elenco include attività con forte impatto fisico o mentale come:
- facchini, addetti alla pulizia, trasportatori, infermieri e maestre su turni;
- operai edili, addetti alla raccolta rifiuti, personaggi in ambito agricolo, siderurgico, petrolchimico, etc etc.
Quali sono i lavori gravosi e usuranti? L’elenco completo e aggiornato
Di seguito, la lista completa dei lavori gravosi e delle professioni considerate usuranti, secondo gli ultimi aggiornamenti del 2025.
Lista dei lavori usuranti
- Lavori in galleria, cava o miniera, svolti in sotterraneo.
- Lavori ad alte temperature, come quelli nelle fonderie.
- Lavori in cassoni ad aria compressa.
- Lavori svolti dai palombari.
- Lavorazione del vetro cavo.
- Lavori in spazi ristretti, come nella manutenzione navale.
- Lavori di asportazione dell’amianto.
- Lavoratori notturni a turni o per l’intero anno.
- Addetti alla “linea catena”.
- Conducenti di veicoli adibiti al trasporto pubblico collettivo con capienza non inferiore a nove posti.
Lista dei lavori gravosi
- Addetti alla concia di pelli e pellicce.
- Addetti ai servizi di pulizia.
- Facchini e addetti allo spostamento merci.
- Conducenti di camion o mezzi pesanti.
- Conducenti di treni e personale viaggiante.
- Guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni.
- Infermieri o ostetriche che operano su turni.
- Maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia.
- Operai edili o manutentori di edifici.
- Operatori ecologici e addetti alla raccolta dei rifiuti.
- Addetti all’assistenza di persone non autosufficienti.
- Lavoratori marittimi.
- Pescatori.
- Operai agricoli.
- Operai siderurgici.
- Professori di scuola primaria e pre-primaria.
- Tecnici della salute.
- Addetti alla gestione dei magazzini.
- Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali.
- Operatori della cura estetica.
- Professioni qualificate nei servizi personali.
- Artigiani, operai specializzati e agricoltori.
- Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il trattamento dei minerali.
- Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli.
- Conduttori di forni e impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati.
- Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta.
- Operatori di macchinari per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e fine.
- Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il trattamento e la distribuzione delle acque.
- Conduttori di mulini e impastatrici.
- Conduttori di forni e impianti per il trattamento termico dei minerali.
- Operai semi-qualificati addetti a macchinari fissi per la lavorazione in serie e al montaggio.
- Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare.
- Conduttori di veicoli, macchinari mobili e sollevatori.
- Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna di merci.
- Personale non qualificato nei servizi di pulizia (uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli).
- Portantini e professioni assimilate.
- Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nella pesca e nella silvicoltura.
- Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Pensione anticipata per lavori usuranti e gravosi: come funziona e a chi spetta
Tra le misure previdenziali più rilevanti per chi svolge attività fisicamente e mentalmente impegnative, vi è la possibilità di accedere alla pensione anticipata per lavori usuranti e gravosi. Si tratta di un diritto riconosciuto tanto ai lavoratori del settore pubblico quanto a quelli del settore privato, a condizione che siano impegnati in mansioni considerate particolarmente logoranti, come quelle elencate negli elenchi ufficiali aggiornati dal Ministero del Lavoro e dall’INPS.
L’agevolazione consiste nella possibilità di uscire dal mondo del lavoro prima dell’età pensionabile ordinaria, ma non è automatica: sono richiesti alcuni requisiti specifici, sia contributivi che anagrafici.
Il primo criterio fondamentale è legato alla durata dell’attività usurante o gravosa: per poter usufruire della pensione anticipata, il lavoratore deve dimostrare di aver svolto tali mansioni per almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure per un periodo pari ad almeno la metà della propria vita lavorativa complessiva.
Inoltre, come confermato dall’INPS, i requisiti per la pensione anticipata legata a queste attività restano in vigore almeno fino al 31 dicembre 2026 e variano in base a due elementi principali:
- la natura dell’attività svolta (se rientra nei lavori usuranti tradizionali o tra quelli gravosi);
- l’articolazione dell’orario di lavoro, in particolare la quantità di turni notturni effettuati nel corso dell’anno.
I requisiti specifici nel dettaglio
Le soglie anagrafiche e contributive previste per l’accesso alla pensione anticipata cambiano in funzione della tipologia lavorativa. Vediamole nello specifico.
Per i lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati) impiegati in mansioni usuranti:
- è necessario avere almeno 35 anni di contributi versati;
- è richiesta un’età minima pari a 61 anni e 7 mesi;
- il totale tra età anagrafica e anzianità contributiva deve raggiungere Quota 97,6.
Per i lavoratori autonomi, che svolgono le stesse attività:
- è richiesta un’anzianità contributiva di almeno 35 anni;
- l’età minima per la pensione è leggermente più elevata: 62 anni e 7 mesi;
- in questo caso, la somma tra età e contributi deve raggiungere Quota 98,6.
Per i lavoratori notturni, ossia coloro che prestano servizio durante le ore notturne per un numero minimo di notti all’anno (almeno 64, ma con soglie più vantaggiose sopra le 78):
- dipendenti notturni: 35 anni di contributi + 62 anni e 7 mesi di età;
- autonomi notturni: 35 anni di contributi + 63 anni e 7 mesi di età;
- le quote da raggiungere variano in base alla frequenza delle notti lavorate, arrivando fino a Quota 100,6 nei casi meno intensi.
Va precisato che non è sufficiente il tipo di mansione svolta, ma è necessario che il lavoratore risulti effettivamente impegnato in queste attività per un periodo sufficientemente lungo, come certificato dai datori di lavoro e verificato dall’INPS tramite apposita documentazione.
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