PES 2013, la recensione: l’anti FIFA è finalmente arrivato

Daniele Sforza

19/09/2012

PES 2013, la recensione: l’anti FIFA è finalmente arrivato

A poco meno di 24 ore dall’uscita di Pro Evolution Soccer 2013, dopo novità e indiscrezioni riportate nei giorni scorsi, vi forniamo una recensione il più possibile dettagliata del gioco di simulazione calcistica più atteso della stagione (assieme naturalmente a FIFA 13, in uscita il 28 settembre).

Cambio di guida: Kei Masuda riesce a stupire

Abbiamo già parlato della strategia di Konami di far uscire PES 13 una settimana prima di FIFA 13: più tempo a disposizione per convincere i potenziali acquirenti a provare il gioco senza la fastidiosa concorrenza del gioco targato EA Sports, ma anche un segnale che Konami teme il suo più diretto rivale e si senta un po’ in difetto nei suoi confronti. Forse anche per colmare l’ampio gap che in tutti questi anni, per causa di un colpevole immobilismo, ha consentito a FIFA di migliorarsi a ogni stagione e di diventare il miglior gioco di simulazione calcistica, oltre che il più amato dai fan.

<ads1>

La nuova guida di PES 13, Kei Masuda, ha inoltre puntato sul rinnovamento, ma con un occhio alla tradizione: il miglioramento dell’intelligenza artificiale e un realismo più accurato nella fase di gioco non compensano in toto la mancata risoluzione di tutte le licenze e alcuni difetti che in PES ci sono sempre stati. Torna invece alle origini la modalità Allenamento, un tutorial "perfetto" sotto ogni punto di vista, ma carente di quei "bonus" che potrebbero incentivare il videogiocatore a praticare tale modalità: grazie a essa, comunque, si potrà imparare, divertendosi, a giocare più fluidamente al fine di diventare un vero professionista e battere i propri avversari, sia che si trattino di amici, sia che si trattino di computer, sia che si trattino di videogiocatori sparsi nel globo, grazie alla modalità multiplayer.

Ma andiamo a vedere le caratteristiche del nuovo PES nel dettaglio.

PES Full Control

Cominciamo dal PES Full Control, una tra le grandi novità di questa edizione di Pro Evolution Soccer. Questa funzione, infatti, permette al videogiocatore di calibrare ogni tipologia di passaggio e di tiro. Allo stesso modo, anche le fasi naturali del gioco e il loro conseguente sviluppo potranno beneficiare del controllo manuale della palla: basti pensare allo stop a seguire, o al dribbling o ancora alle triangolazioni.
Ciò permette di impostare l’azione di gioco e aumentare il realismo durante la partita: difficilmente vi saranno batti e ribatti dall’una all’altra area e ritmi forsennati fino al 90°, proprio come nelle partite reali.

Pro Active AI

Il miglioramento di PES 2013 rispetto alle passate edizioni, non poteva che non toccare la questione AI, ovvero l’intelligenza artificiale. Uno dei principali difetti delle vecchie edizioni di PES, consisteva nel fatto che le squadre non seguivano l’azione: ad esempio, durante un contropiede, era molto raro che tutta la squadra seguisse l’azione, proprio come in una partita reale, e di frequente si correva il rischio di trovarsi nell’area avversaria con il solo comparto attaccanti, il quale doveva fronteggiare una corazzata difensiva difficile da oltrepassare, limitando così le possibilità di gioco e di sviluppo dell’azione. C’è da dire che anche quest’anno questo fastidioso inconveniente potrebbe manifestarsi, ma un miglioramento, comunque, c’è stato. Sarà molto difficile sorprendere il computer, a seconda dell’azione di gioco che si sviluppa, ma senza alcun dubbio ciò gioca a favore del realismo.

Per quanto riguarda invece il controllo totale della squadra, sarà necessario ragionare sulle impostazioni della strategia e utilizzare le levette analogiche per far sì che la squadra artificiale che si sta guidando segua i ragionamenti del giocatore reale.

Anche sul fronte portieri un miglioramento c’è stato, ma l’impressione è che rimangano ancora tanti passi da fare. PES 2013 sa riconoscere le qualità dei portieri, anche quelli emergenti, ma allo stesso tempo non ha imparato tanto dagli errori del passato: nonostante un miglioramento dei numeri 1, infatti, si vedono ancora quegli erroracci che costano un gol, come la respinta di un tiro sui piedi dell’attaccante avversario, o gol presi in maniera grossolana. Rispetto agli anni scorsi, però, il portiere resta più tra i pali e allo stesso tempo risulta essere più realistico nelle prese.

<ads1>

Player ID

Il realismo passa anche per il Player ID, e da questo punto di vista, il lavoro fatto da Konami risulta davvero eccellente. Più di 70 tra i migliori giocatori del mondo sono stati realizzati in ogni singolo dettaglio: dal comportamento alle movenze, dal modo di giocare alle mosse speciali, dalle esultanze al loro stile, senza considerare il fattore "fisico", ovvero la grande impressione di stare manovrando un vero Cristiano Ronaldo (o Messi, per par condicio), anziché il suo alter ego virtuale. Una grande novità, questa, che non fa altro che incrementare il livello di realismo del gioco.

Modalità Master League e Diventa un Mito

Per la prima volta il giocatore, opzionando la modalità Master League, potrà guidare non solo una squadra europea alla conquista del campionato o alla Champions League, ma anche una squadra sudamericana, grazie all’aggiunta del campionato brasiliano, per conquistare il titolo o puntare alla Coppa Libertadores.
Le animazioni sono numerose, e a volte rischiano di stancare, anche per un livello di monotonia che facilmente potrebbe sfiancare il giocatore, ma è uno dei punti di forza su cui Konami ha voluto puntare l’attenzione per pareggiare il gap "Carriera" con FIFA.
Anche nella modalità Diventa un Mito le animazioni, troppe e forse esagerate, tendono a stancare, ma grazie a questa modalità si avrà la possibilità di impersonare un giocatore creato da 0 (magari noi stessi, con il nostro volto) o un giocatore professionista già esistente.

Effetti speciali

Sulle licenze ne abbiamo già parlato, ma ciò non toglie che resta comunque un grande problema del gioco Konami. A parte la Eredivisie, la serie A e la Ligue 1, le mancate licenze della Bundesliga e della Premier League (eccezion fatta per il Manchester United, ai cui tifosi è riservata un’edizione speciale del gioco) pesano alquanto. Un problema, questo, che può comunque essere risolto attraverso la sempre più potente modalità editor di PES. Poco pratico, ma che dà la possibilità ai giocatori di restare ancorati al gioco anche per più stagioni, gestendo i trasferimenti di una squadra all’altra (sempre che ne abbia voglia).

Il realismo punta anche sull’aspetto fisico, grazie a uno sviluppo dettagliato delle espressioni e dei volti dei giocatori, anche quelli meno importanti.

Anche la realizzazione degli stadi rappresenta il fiore all’occhiello di Pro Evolution Soccer, grazie a un realismo straordinario per ciò che concerne la struttura e le coreografie, coadiuvate quest’ultime, così come il tifo, dalla diversificazione per nazione: gli italiani tifano in un modo, così come i tedeschi e gli inglesi, mentre in Sudamerica ci aspetterà tutta un’altra storia in fatto di tifo e coreografia. Si tratta di realismo anche questo.

Le voci di Pierluigi Pardo e Luca Marchegiani realizzano una telecronaca davvero di qualità e più varia rispetto alle precedenti edizioni, comprensiva anche di informazioni e curiosità su squadre, calciatori e stadi.

Argomenti

# Xbox
# Sony
# PES

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it