Oro tocca nuovo massimo a 6 mesi a 1.392$ dopo referendum in Crimea

Nicola D’Antuono

17 Marzo 2014 - 11:34

Dopo il referendum in Crimea l’oro è salito sui top a 6 mesi sopra 1.390$, anche se da qualche ora sono scattate le prese di beneficio degli investitori

Oro tocca nuovo massimo a 6 mesi a 1.392$ dopo referendum in Crimea

L’esito del referendum tenutosi ieri in Crimea era assolutamente scontato. Come da attese la popolazione della penisola a maggioranza russa, ma dal 1954 sotto l’egida di Kiev, ha votato per la secessione dall’Ucraina e a questo punto chiederà a breve anche l’annessione alla Federazione russa. L’Occidente ha già fatto sapere di ritenere il voto illegittimo e minaccia sanzioni contro la Russia. La tensione resta elevata, tanto che l’oro ha proseguito la sua marcia rialzista sui mercati asiatici toccando un nuovo massimo a 6 mesi a 1.392$ l’oncia. Il metallo prezioso resta ben acquistato, anche se il buon avvio delle borse europee ha spinto gli investitori a prendere profitto.

La quotazione è così scesa fin sotto 1.380$ l’oncia. Tuttavia, il quadro tecnico di breve-medio periodo resta ben impostato al rialzo. Il target posto sulla soglia psicologica di 1.400$ l’oncia appare decisamente a portata di mano, anzi la sensazione è che i prezzi possano salire fino ai massimi di 1.433$ l’oncia toccati sul finire dello scorso agosto. Da inizio 2014 l’oro ha già messo a segno una performance superiore al 14%, per cui ha recuperato metà del passivo accumulato nel 2013 quando registrò una perdita del 28% (la prima dopo 12 anni di rialzi consecutivi).

Broker e banche d’affari restano ancora molto negativi sull’oro, tanto che continuano ad essere pubblicati report con target price a 3/6/12 mesi compresi tra 1.300$ e 1.000$ l’oncia. In pratica i grandi investitori istituzionali non credono che l’attuale rally possa durare a lungo. Gli analisti finanziari finora interpellati sull’andamento dell’oro hanno più volte sottolineato che il boom dei prezzi è dovuto quasi esclusivamente a fattori di carattere psicologico, a seguito delle turbolenze valutarie sui mercati emergenti e per la grave crisi geopolitica in Ucraina.

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