Il recente crollo delle quotazioni dell’oro, che lo scorso 28 giugno sono scese a 1.180 dollari l’oncia sui minimi da quasi tre anni, ha attirato l’attenzione dei grandi speculatori internazionali (hedge funds), che ora guardano il metallo giallo come possibile fonte di guadagno nel breve termine grazie ai bassi prezzi raggiunti negli ultimi tempi. Dai minimi di fine giugno l’oro ha recuperato quasi il 10% del suo valore, sfiorando quota 1.300 dollari l’oncia. I venditori sono diminuiti e ora c’è chi scommette su un parziale recupero dei prezzi, dopo il tonfo del primo semestre dell’anno.
Secondo i dati diffusi dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC), la scorsa settimana c’è stato un incremento del 4,1% delle posizioni rialziste sull’oro fino a 35.691 contratti. I contratti short restano, però, ancora su livelli molto elevati, visto che hanno toccato quota 80.147, ovvero il livello più alto dal 2006, ovvero quando la CFTC ha iniziato questo tipo di rilevazioni statistiche. Stamattina l’oro quota intorno a 1.285 dollari l’oncia.
Qualche broker sta iniziando a rivedere le stime sui prezzi per l’anno in corso, migliorandole leggermente rispetto ai mesi precedenti. Tra questi c’è anche Standard Chartered, che ritiene possibile un ritorno dei prezzi in area 1.400 dollari l’oncia entro fine anno. Da un punto di vista tecnico, l’oro potrebbe dare il via a un trend emergente rialzista, con target compreso tra 1.350 e 1.400 dollari, solo in caso di breakout esplosivo della resistenza di 1.300 dollari. Il metallo prezioso ha toccato il record di sempre a 1.921 dollari a inizio settembre 2011.
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