L’oro è scambiato ai minimi degli ultimi tre anni, il mercato del metallo prezioso sembra essersi imbarcato in una fase ribassista di lungo periodo e, secondo gli esperti della Cnbc, gli investitori dovrebbero cercare opportunità per chiamarsi fuori.
[Quello dell’oro] è un mercato in fase ribassista sul lungo periodo. Se ne siete entrati oggi, non aspettatevi di fare molto. Se ne siete già in possesso, sbarazzatevene al primo rally. Dennis Gartman, autore di The Gartman Letter
Mercoledì, il metallo prezioso ha perso il 4% e il trading ha raggiunto i 1.221,80 dollari per oncia; il rally dell’azionario USA ha frenato la domanda di oro come safe haven contro l’incertezza economica. Nel secondo trimestre di quest’anno, l’oro ha perso circa il 23% ed è attualmente sulla via per una perdita trimestrale da record di tutti i tempi.
La bolla dell’oro sembra essere definitivamente esplosa.
Oro a 700 dollari l’oncia?
Secondo Yoni Jacobs, capo degli investimenti per Chart Prophet Capital (fondo di investimenti), se il prezzo dell’oro dovesse rompere al ribasso la soglia dei 1.200 dollari, la caduta verso i 1.000 dollari per oncia sarebbe inevitabile.
Troveremo un supporto a 1.200 dollari e poi a 1.000, a quel punto i tori saranno invogliati a comprare oro. Quando ciò accadrà, sicuramente qualcuno riuscirà a guadagnare qualcosa, ma alla fine i prezzi crolleranno. Yoni Jacobs, autore di "Gold Bubble: Profiting From Gold’s Impending Collapse"
Nel giro dei prossimi 3 o 5 anni, segue poi Jacobs, il prezzo dell’oro arriverà a 700 dollari per oncia. "L’ultima fase ribassista dell’oro è durata per 19 anni; non è una cosa di poco conto", segue lo strategist facendo riferimento al calo dei prezzi che ha colpito il mercato dell’oro dal 1980 al 1999.
Il contesto inflazionistico avrà anch’esso il suo peso, ha poi aggiunto Jacobs. Le due economie più grandi del mondo, Stati Uniti e Cina, si trovano in una situazione di ribasso dei prezzi e secondo gli analisti, il sentiment sul metallo giallo è stato duramente colpito da quella che viene spesso definita come la "bolla dell’oro".
Previsioni sull’oro: iniziano le revisioni al ribasso
A proposito di questo sentiment ribassista, la scorsa settimana Societe Generale ha rivisto al ribasso le proprie previsioni per l’oro portandole a 1.200 dollari per oncia dai 1.357 precedentemente stimati.
Lo stesso ha fatto anche la UBS, banca di investimenti elvetica che ha rivisto al ribasso le previsioni portandole da 1.750 a 1.050 dollari per oncia nel 2013: l’attrattiva dell’oro come bene rifugio contro l’inflazione sembra essere ormai "obsoleta", specie nel momento in cui si parla di riduzione della liquidità da parte della Federal Reserve.
Oro: cosa ci insegna la storia?
Volendo determinare un’ipotetica fine al ribasso dell’oro, i dati storici potrebbero essere una fonte preziosa.
Secondo Jacobs, la bolla attuale che ha iniziato a gonfiarsi nel 1999, rientra nell’ancor più grande bolla del 1968. Nel 1999 il prezzo dell’oro era di 250 dollari per oncia; nel 2011 il prezzo è arrivato a 1.900 dollari: un rialzo del 600%.
Jacobs identifica i 700 dollari per oncia come target possibile per questa fase di ribasso, calcolando i prezzi su base storica e considerando che nel 2008, all’apice della crisi finanziaria globale, il prezzo dell’oro arrivò a 680 dollari per oncia.
Secondo Jacobs, il costo di produzione dell’oro non sarà un grande supporto per il ribasso sul lungo periodo, questo perché il processo estrattivo ha una certa elasticità nei costi.
"Due o tre anni fa, il costo della produzione dell’oro era di circa 600-700 dollari per oncia. Se non c’è richiesta, il costo delle estrazioni sarà minore perché ci sarà sempre meno interesse e meno competizione", conclude poi Jacobs.
Che ne sarà dell’oro fisico?
Secondo alcuni strategist, l’acquisto di oro fisico non sarà sufficiente a contro-bilanciare la vendita istituzionale, anche dai due maggiori consumatori d’oro a livello mondiale, India e Cina.
Di recente, il governo Indiano ha adottato diverse misure per placare la domanda di metallo prezioso, compresa quella di applicare una tassa sulle importazioni pari al 6% del totale.
Secondo le previsioni della Bombay Bullion Association, le importazioni verso la terza economia Asiatica più sviluppata sono destinate a dimezzarsi nel secondo trimestre dell’anno, rispetto al periodo precedente.
Si direbbe, dunque, che sull’oro le previsioni Shock Saxo Bank della fine del 2012 si stiano avverando.
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