Oro e argento, prove di rimbalzo. La frenata del super-dollaro aiuta

Nicola D’Antuono

20 Novembre 2015 - 19:00

I metalli preziosi stanno tentando un difficile rimbalzo, approfittando delle prese di profitto sul dollaro. Oggi sono tornati i "sell", ma nel breve termine potrebbe avvenire un recupero

Oro e argento, prove di rimbalzo. La frenata del super-dollaro aiuta

Le materie prime stanno attraversando una fase davvero molto complicata, complice la forza del dollaro americano, in vista dell’aumento dei tassi di interesse da parte della FED, e la debolezza dei fondamentali macroeconomici (domanda fiacca e rischio bassa inflazione prolungata nel tempo). Tuttavia, nel corso della seduta di ieri, è scattato un rimbalzo tecnico favorito dalle significative prese di beneficio sul biglietto verde, che storicamente presenta una forte correlazione inversa con le materie prime.

Tra le commodity più importanti, va evidenziato il recupero della quotazione di oro e argento. Il metallo giallo arriva da ben sei trimestri consecutivi in rosso, mostrando così una striscia negativa che non si vedeva ormai dal 1984. La quotazione è scesa sui minimi più bassi dalla primavera del 2010 a 1.063$ l’oncia, anche se da questi livelli è iniziato un consistente balzo. Tra l’altro, da un punto di vista grafico, sembra sia in corso un rilevante movimento di inversione del trend, sostenuto da una probabile “bear trap” (trappola in cui finiscono i trader che puntano sullo short, ndr).

Infatti la rottura al ribasso del supporto chiave di area 1.070$, minimo toccato lo scorso 20 luglio, non ha avuto seguito. Qui i “buy” hanno prevalso in modo netto ed è così scattato il rimbalzo. I prezzi si sono riportati a ridosso di quota 1.090$ l’oncia (anche se oggi sono tornati sotto 1.080$) e ora potrebbero “attaccare” la resistenza chiave di area 1.100$. Secondo Goldman Sachs, però, la quotazione diminuirà nel prossimo biennio fino a scendere al di sotto dei 1.000$ l’oncia. Rimbalzo in corso anche per l’argento, che ieri è tornato in area 14,4$ (ora però è a 14,15$) dopo aver sperimentato la peggior striscia negativa dal 1950: in questo caso, almeno per ora, il supporto chiave di 14$ l’oncia è salvo.

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