A rischio molti rivenditori anche in Italia per le due case di PSA che cercano di alzare i profitti tagliando i costi.
Vauxhall e Opel stanno rivedendo i contratti con i concessionari europei per riprendere i guadagni cercando di limitare i costi.
A quasi un anno dall’ingresso nel gruppo PSA, che ha acquisito i due marchi gemelli da General Motors per 1,3 miliardi di euro, è iniziata la ristrutturazione ad opera del colosso francese.
Sarebbero troppi i concessionari sul mercato europeo, soprattutto ora che le auto vengono scelte e configurate online, e chiuderli farebbe tornare gli utili alle due compagnie che però garantiscono di non lasciare senza lavoro i propri dipendenti.
Opel e Vauxhall, centinaia di concessionarie a rischio chiusura
Le due case automobilistiche sono pronte a rivedere i contratti dei loro 1.600 concessionari europei, di cui 400 in Germania e 326 nel Regno Unito, e un terzo di questi potrebbe non rinnovare le licenze e chiudere battenti.
Il lavoro, come ha annunciato il nuovo CEO Stephen Norman, si sposterà sul web, ma non ci saranno tagli del personale: solo nel Regno Unito sono 12.000 i dipendenti di Vauxhall, molti deu quali saranno trasferiti ad altre case automobilistiche o al settore dell’usato.
Da questa manovra, PSA potrà puntare sui rivenditori più redditizi e tralasciare i minori, tagliando i costi di gestione della rete e ci sarà uno snellimento della burocrazia.
Rivoluzione Opel
A partire dal 2020, potremmo assistere a una vistosa riduzione di concessionari Opel: per i vertici di PSA ci sono ampi margini di guadagno nel chiudere un terzo dei saloni e la scelta potrebbe anche non essere irreversibile.
Il progetto di PSA è infatti quello di far ripartire gli utili delle due compagnie in pochi anni, e se dovesse ottenere gli obiettivi previsti, si troverebbe davanti alla possibilità di riaprire nuovi spazi nei Paesi in cui le vendite saranno migliori.
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