Opel Vectra 4x4: 30 anni fa debuttava la prima trazione integrale di Rüsselsheim

Andrea Tartaglia

21 Giugno 2019 - 11:39

Era il 1989 quando Opel faceva debuttare la Vectra 4x4, berlina media dotata della prima trazione integrale del Marchio tedesco. Una storia che arriva fino all’attuale Insigna 4x4

Opel Vectra 4x4: 30 anni fa debuttava la prima trazione integrale di Rüsselsheim

Nel 1989 anni fa la Opel Vectra 4x4, nel 2019 la Opel Insigna 4x4. Sono passati trent’anni dal debutto della prima auto a trazione integrale marchiata Opel, ed è l’occasione per celebrare quella che fu la capostipite di un filone che dura tutt’oggi.

All’epoca, quello delle vetture 4x4 era un segmento in piena espansione, forte anche dell’impatto che avevano i rally sugli automobilisti. Competizioni in quegli anni dominati dalle varie Lancia Delta Integrale, Toyota Celica GT-Four e Mazda 323 4WD. I clienti chiedevano belrine a trazione integrale e Opel rispose con la Vectra 4x4.

A gennaio del 1989 fu inserita nel listino della berlina presentata solo pochi mesi prima in sostituzione della Ascona. Un modello - la Vectra - che si rivelerà strategico per Opel, interpretando il ruolo della berlina media della Casa di Rüsselsheim fino al 2008, quando è stata sostituita dalla Insigna

Opel Vectra 4x4: tecnica e dettagli

La Opel Vectra 2.0i 4x4 del 1989 naque sulla stessa piattaforma che solo pochi mesi dopo - nell’estate dello stesso anno - avrebbe ospitato la 2.000 16 valvole, versione top di gamma della berlina tedesca. Il motore (il 2 litri aspirato da 150 cavalli), il cambio e le sospensioni anteriori erano simili a quelli della versione a due sole ruote motrici, ma con molle più rigide e ammortizzatori di tipo diverso per sostenere meglio il peso maggiore.

La sospensione posteriore riprendeva quella utilizzata per la sorella maggiore Opel Omega, e i quattro freni a disco - quelli anteriori ventilati - erano parte della dotazione di serie della Vectra 4x4. Un sottotelaio isolato evitava carichi indesiderati, al quale era ancorato il differenziale posteriore derivato anch’esso da quello della Omega, opportunamente adattato alla larghezza della Vectra.

Il cuore del sistema di trasmissione integrale era costituito dalla scatola transfer, collegata allo stesso cambio manuale a 5 marce della versione a trazione anteriore. Il supporto posteriore del motore era stato arretrato di 10 centimetri per sostenere anche il nuovo gruppo.

All’interno della scatola del transfer, la coppia motrice proveniente dal cambio veniva trasmessa a un giunto viscoso da una coppia conica e da una serie di ingranaggi planetari con tre ingranaggi satelliti. Questa parte della trasmissione comprendeva anche la frizione idraulica che si disinnestava automaticamente, interrompendo il passaggio della potenza alle ruote posteriori non appena venivano azionati i freni.

Un liquido al silicone per collegare i due assali

La coppia era distribuita automaticamente all’interno del giunto viscoso per mezzo di coppie di dischi. Quelli esterni erano fissati alla dentatura della scatola, quelli interni erano montati su apposite scanalature dell’ingranaggio planetario che portava la potenza a questo dispositivo.

Gli spazi tra i dischi di accoppiamento erano occupati da un liquido al silicone. Quando i dischi interni erano trascinati, tale liquido veniva come tagliato dai fori presenti sui dischi stessi. Questo, insieme all’aderenza della superficie, generava la trasmissione. Il liquido al silicone faceva ruotare i dischi esterni trascinando l’albero di trasmissione che era collegato al retrotreno.

Ripartizione della trazione variabile in base alle condizioni

La trazione integrale della Opel Vectra 2.0 4x4 - ottenuta collegando viscosamente l’assale anteriore a quello posteriore - portava un doppio beneficio: compensava le differenze di velocità nelle curve tra i due assi e ripartiva automaticamente la coppia fra gli assi stessi in caso di slittamento delle ruote.

Grazie al giunto viscoso, la ripartizione della trazione era “elastica”, poteva - cioè - essere variata a seconda delle condizioni del fondo stradale e della guida. Si trattava quindi di una trazione integrale di tipo permanente, in grado di adattarsi alle esigenze con un tempo di reazione calcolabile in una frazione di secondo.

Su fondo stradale asciutto - ad esempio - il giunto viscoso inviava il 73% della potenza alle ruote anteriori e il restante 27% a quelle posteriori. Su terreno scivoloso - invece - la ripartizione aveva un rapporto di 40:60. Normalmente l’asse posteriore trasmetteva dal 15% al 60% della coppia totale.

In condizioni estreme - come quando, ad esempio, le ruote anteriori slittano perché non trovano sufficiente aderenza su un fondo ghiacciato - trasmetteva fino al 100% della coppia per mantenere la trazione.

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