Olio d’oliva, è frode: quello italiano non viene dall’Italia (VIDEO)

Silvia Mazzieri

21 Settembre 2015 - 15:47

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Continuano le frodi sull’olio extra vergine d’oliva: l’olio italiano non viene dall’Italia, ma è mischiato con prodotti «comunitari». L’inchiesta di La Gabbia (VIDEO).

Olio d’oliva, è frode: quello italiano non viene dall’Italia (VIDEO)

E’ ormai un fenomeno in intensificazione quello delle frodi sull’olio d’oliva, prodotto di spicco del settore agro-alimentare italiano.
In un servizio di «La Gabbia» (il cui video è in fondo al testo) alcuni giornalisti hanno intercettato un mercantile carico d’olio d’oliva proveniente dal sudovest del Mediterraneo e sbarcato a Livorno. I documenti di trasporto segnalavano che la merce era olio d’oliva biologico.

Olio d’oliva: frode sempre più diffusa

Rocco Burdo, direttore antifrode dell’Agenzia delle Dogane, ha parlato di alcune spiacevoli scoperte fatte dal suo dipartimento di controllo.
Lo scopo delle attività di tale organismo è monitorare e salvaguardare la qualità dei nostri prodotti, fra i quali anche l’olio d’oliva.

Molto spesso prodotti di cattiva qualità vengono usati per «tagliare» olio italiano.
E’ proprio il caso dei prodotti come quelli contenuti nel mercantile del servizio oltre ad essere congelato era uno dei tanti provenienti in Italia da Spagna e Tunisia.
Purtroppo, secondo l’esperienza degli agenti di dogana, accade spesso di osservare che tali prodotti risultano di bassa qualità come anche denunciato dalle scarse caratteristiche organolettiche, ad esempio un cattivo odore.

Quest’ultimo è una spia molto sensibile della pessima qualità di un olio, specialmente quando è intenso.
Infatti, secondo uno studio a cura di BiOl, sotto l’egida del consorzio CiBi che garantisce l’olio biologico:

l’olio è quasi una spugna per cattivi odori e sostanze

tale fatto dimostra scarsa attenzione verso le condizioni di produzione e conservazione.

Olio d’oliva: i danni al Made in Italy

Dal servizio di La Gabbia emerge che la provenienza di questi prodotti, in seguito a oscure triangolazioni, si nasconde sotto una legale denominazione «oli di provenienza comunitaria». Può succedere che quando andiamo in un comune supermercato troviamo questo tipo di prodotti accanto ad altri veramente italiani e spesso ad un prezzo che risulta molto più competitivo.

Quindi il vero olio d’oliva Made in Italy risulta doppiamente danneggiato:

  • può venir associato a prodotti di qualità assai inferiore con un vistoso calo d’immagine;
  • soffre di una concorrenza sleale perché per ovvi motivi legati alla conservazione di standard di qualità deve mantenere dei prezzi piuttosto elevati (in media 8,50 euro al litro contro i 3 euro dei prodotti di bassa qualità spacciati per italiani dalle etichette ingannevoli).

Olio d’oliva: ritargatura di oli comunitari

Uno scandalo ancora peggiore riguarda la cosiddetta ritargatura dell’olio ossia far sembrare italiano un olio che ha tutt’altra provenienza.
In questo caso è praticamente impossibile riconoscere a priori la truffa perché può succedere che si acquisti una bottiglia d’olio a 8 euro come se fosse un olio italiano di alta qualità quando invece è una miscela di oli della Grecia e altri Paesi del Mediterraneo e comunitari.

Giovanni Melcarne, Presidente del Consorzio Olio Oliva DOP di Otranto ha dichiarato che una sola autobotte carica di prodotto da «ritargare» consente un guadagno di oltre 100mila euro. Si tratta di una frode di grandissime proporzioni.

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