Secondo le fonti giornalistiche francesi, che per prime hanno diffuso la notizia in Europa, si tratterebbe di uno "scandalo fiscale planetario" quello emerso da un’inchiesta dell’ International Consortium of Investigative Journalists di Washington. L’ Icij è entrato in possesso di oltre 2.5 milioni di files che rivelano tutti i segreti dei paradisi fiscali: conti segreti, transazioni nascoste, elenchi di tutti i ricchi del mondo.
Lo scandalo già famoso come OffShore Leaks coinvolge evasori di tutte le nazionalità, circa 4mila americani, grandi oligarchi russi, uomini d’affari orientali, personaggi di vertice europeo. Le persone coinvolte nell’inchiesta OffShore Leaks sono circa 130mila distribuite in 170 paesi del mondo, i dati raccolti dall’ Icij riguardano almeno 120mila aziende e i gigabyte dal datebase, in cui sono custoditi i segreti dei paradisi fiscali, superano di circa 160 volte quelli dei dati pubblicati da Wikileaks per il cosiddetto Cablagate.
Come nasce OffShore Leaks
Questo scandalo fiscale planetario, il cosiddetto OffShore Leaks, ha avuto inizio grazie ad un anonimo che nel 2012 spedì a un indirizzo australiano dei dischetti contenenti informazioni sui conti off shore dei ricchi del mondo. Questo enorme database dell’evasione è poi arrivato all’Icij, il consorzio per il giornalismo investigativo, che dopo aver lavorato sui dati per oltre un anno li ha trasmessi a tutte le testate del mondo.
All’inchiesta OffShore Leaks hanno lavorato per circa 15 mesi una squadra di 86 giornalisti di 38 testate mondiali che incrociando dati, facendo ricerche e verificando le fonti hanno fatto emergere un’evasione fiscale stimata in circa 21-32mila miliardi di dollari.
Le prime notizie sono state diffuse dall’americano Washington Post, in Europa l’ OffShore Leaks è sbarcato grazie a Le Monde francese, l’inglese Guardian e lo svizzero Sonntagszeitung. In Italia l’inchiesta è stata seguita dall’Espresso che si è maggiormente interessato ai circa 200 evasori italiani presenti nella lista.
Alcuni personaggi coinvolti
"Funzionari governativi e loro familiari e associati in Azerbaijan, Russia, Canada, Pakistan, Filippine, Thailandia, Canada, Mongolia e altri Paesi si sono uniti per l’uso di compagnie private e account bancari", afferma l’Icij nel report sull’inchiesta OffShore Leaks e continua "i super-ricchi hanno usato strutture offshore per possedere ville, yacht, capolavori artistici e altri beni guadagnando vantaggi fiscali nell’anonimato non disponibile per la gente comune". Volendo fare una breve panoramica sui principali nomi emersi (per il momento) dall’inchiesta OffShore Leaks troviamo personaggi e personalità di spicco del mondo della finanzia, dell’industria e della politica mondiali.
Nella squadra degli evasori russi ad esempio ci sono la moglie del primo vicepremier russo Igor Shuvalov, come pure alcuni top manager di importanti appaltatori militari e di holding statali come Gazprom.
Per quanto riguarda la Francia, Le Monde rivela che un importante uomo d’affari legato al mondo editoriale francese e tesoriere di Francois Hollande durante la sua campagna elettorale, Jean-Marc Augier è azionista di ben due delle società offshore coinvolte nell’inchiesta.
Anche la rigorosa Germania è interessata dall’inchiesta OffShore Leaks. Secondo le notizie emerse fino a questo momento, sarebbe il defunto industriale Gunter Sachs, ex marito di Brigitte Bardot l’evasore tedesco più importante. Secondo l’ OffShore Leaks, l’industriale suicidatosi nel maggio del 2011, avrebbe creato almeno due società e cinque trust presso le Isole Cook, ed altre sei tra Panama, il Lussemburgo e le Isole Vergini.
Sempre nelle Isole Vergini sono 107 le società create da evasori fiscali greci; e sempre in quella località secondo l’ Icij avrebbe trasferito i suoi beni anche la prima figlia dell’ex dittatore delle Filippine, Ferdinand Marcos, attuale governatore della provincia di Ilocos Norte.
E l’Italia?
Il Bel Paese non poteva non partecipare allo "scandalo fiscale planetario". Non sono ancora noti i nomi dei 200 italiani finiti nel database dell’ Icij, ma da alcune anticipazioni dell’Espresso emergono i primi nomi illustri: Gaetano Terrin, all’epoca commercialista dello studio Tremonti, Fabio Ghioni, hacker dello scandalo Telecom e i commercialisti milanesi Oreste e Carlo Severgnini, che hanno incarichi professionali nei più importanti gruppi italiani.
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