ONU: Palestina Stato non membro osservatore? Europa divisa.

Valentina Pennacchio

28 Novembre 2012 - 16:31

ONU: Palestina Stato non membro osservatore? Europa divisa.

La Palestina ha chiesto il riconoscimento del proprio status di Stato non membro osservatore presso l’ONU. Abu Mazen cerca un riscatto diplomatico, soprattutto dopo la crisi a Gaza, che ha elevato Hamas a interlocutore privilegiato della comunità internazionale. Il voto è previsto per domani. Si prevedono almeno 130 sì.

L’Europa è divisa tra favorevoli e contrari. Tra i primi Spagna, Portogallo, Malta, Cipro, Francia. No annunciato da parte della Germania. Astensione, probabile, per Gran Bretagna e Italia.

Una frattura sul fronte di politica estera per l’Europa preoccupa la Palestina. Abu Mazen vorrebbe una posizione omogenea dell’UE per poter contrastare la posizione degli USA, i quali appoggeranno il parere negativo di Israele, nella convinzione che questa scelta sarebbe illusoria e sbagliata perché “non porterà il popolo palestinese più vicino al suo Stato”, come ha spiegato Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato USA.

Le preoccupazioni europee circa il primo obiettivo che la Palestina potrebbe voler raggiungere con il nuovo status risiedono nella possibilità di citare Israele in giudizio dinanzi alla Corte penale internazionale “contro gli insediamenti illegali”.

Spagna

Il ministro degli Esteri, Josè Manuel Garcia-Margallo, ha annunciato la posizione favorevole della Spagna sia “per coerenza” con la storia del suo Paese, sia perché si tratta della “soluzione più adeguata per avvicinarci alla pace”. Allo stesso tempo, Margallo ha invitato la Palestina ad usare con “parsimonia” il suo nuovo status, evitando di innescare diatribe con Israele, che, a sua volta, non dovrà intensificare la politica di espansione territoriale nei territori palestinesi occupati.

Francia

Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha espresso il parere favorevole della Francia, ricordandone una “posizione costante” rispetto al riconoscimento di uno Stato palestinese già dai tempi di Francois Mitterrand.

Gran Bretagna

Non è chiaro se la Gran Bretagna si asterrà dal voto, come annunciato dal ministro degli Esteri William Hague, o se deciderà per un voto favorevole, ma condizionato da due clausole:
astensione della Palestina dalla richiesta di entrare nella Corte penale di Giustizia e nella Corte internazionale di Giustizia, istituzioni di cui potrebbe servirsi per chiedere processi contro Israele per crimini di guerra;
- ripresa immediata e senza condizioni dei negoziati di pace con Israele.
In particolare, Abu Mazen ha chiesto al governo di sostenere la sua causa alla luce della speciale responsabilità storica della Gran Bretagna come ex potenza coloniale in Palestina.

Germania

Il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha annunciato la volontà di trovare un accordo con i partner europei, escludendo comunque il voto favorevole della Germania alla proposta di Abu Mazen.

Svizzera

Geograficamente europea, pur non appartenendo all’UE, anche la Svizzera si è dichiarata favorevole alla richiesta di Abu Mazen, perché ciò “consentirà di dare un nuovo impulso alla proposta di soluzione a due Stati in vista dei negoziati di pace israelo-palestinesi”.

Israele

I principali quotidiani del Paese evidenziano la rassegnazione di Israele circa la “grave” evoluzione dello status della Palestina, rispetto a cui si assumerà comunque una reazione “contenuta”, a fronte del carattere meramente simbolico della stessa.

Secondo un anonimo funzionario di governo, la situazione di fatto rimarrà inalterata: “I nostri insediamenti resteranno dove sono oggi, e le nostre forze armate continueranno ad operare come prima”.

Ipotesi contrastata dall’osservatore permanente del’ANP presso l’ONU, Ryad Mansour, il quale sostiene che “la soluzione dei due Stati, da una prospettiva ONU, diventerà una realtà”.

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