«No green pass» blocco dei treni: 54 stazioni coinvolte nella protesta

Giorgia Bonamoneta

28/08/2021

28/08/2021 - 19:44

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Telegram, il gruppo «Stop dittatura» ha organizzato una protesta. Il 1° settembre è a rischio bollino nero per il blocco delle stazioni ferroviarie proposto dai gruppi «no green pass».

«No green pass» blocco dei treni: 54 stazioni coinvolte nella protesta

Da Telegram - covo di tutti i cosiddetti dissidenti e ribelli del Covid-19 - giunge l’ennesima proposta di protesta. Questa volta è il gruppo “Stop dittatura” a promuovere l’iniziativa di bloccare le stazioni dei treni e quindi i treni stessi in partenza.

Sembrano essere state coinvolte fino a 54 città, come segnala il manifesto che sta circolando in queste ore in rete. Non c’è da stupirsi, il gruppo Telegram da solo conta oltre 38 mila iscritti e da mesi, in accordo con gruppi francesi, inglesi, spagnoli e tedeschi, organizzano manifestazioni e proteste. Prima contro la pandemia, ritenuta una bufala, poi contro il vaccino, che causerebbe danni alla salute e morte e ora contro il green pass.

La protesta organizzata, a detta del manifesto, dal popolo autogestito e pacifico, bloccherà le stazioni ferroviarie il 1° settembre, dalle ore 15 “si entra e si rimane fino a sera” si legge. Per i viaggiatori il rischio è di incappare in disagi e ritardi.

No green pass in azione: piazze e stazioni occupate

Nel corso di questa pandemia abbiamo visto nascere e crescere gruppi di persone contro le restrizioni, i divieti e gli obblighi che la situazione di crisi sanitaria ha generato. Parliamo di “No vax”, “No tamp” e “No green pass”.

Questi ultimi - che poi sono sempre gli stessi “No vax” e “No tamp” che si riuniscono in gruppi come “W rossa” e “Stop dittatura” e simili - si sono ben organizzati per bloccare le stazioni ferroviarie di tutta Italia.

Dal gruppo Telegram che conta oltre 38 mila utenti (e questo è solo uno dei gruppi sulla piattaforma) si organizzano proteste, come quelle in corso ora in molte città d’Italia e blocchi futuri. Il motto è: “Avanti tutta finché la dittatura non sarà distrutta!”.

Blocco delle stazioni ferroviarie: 1° settembre da bollino nero

In queste ore le maggiori testate giornalistiche stanno pubblicando la notizia del blocco delle stazioni ferroviarie. Questa è una protesta organizzata da tempo e prevista per il 1° settembre in ben 54 città italiane. Coinvolte Roma, Padova, Napoli, Genova, Forlì, Firenze, Bolzano e molte altre.

Lo scopo è quello di far discutere sulla fine dell’utilizzo del green pass obbligatorio sui mezzi di trasporto. Le nuove regole saranno in vigore proprio a partire dal 1° settembre e il green pass sarà richiesto per poter viaggiare sulle tratte come Inter City, Inter City Notte e Alta Velocità.

La chiamata alla protesta, organizzata dal cosiddetto popolo autogestito e pacifico, prevede la riunione dei membri alle 14:30 davanti alle stazioni scelte e dalle 15 l’inizio del blocco. In che maniera si bloccheranno i treni non è stato divulgato, ma si parla di un generale “blocco delle persone”. Il tutto però sembra condito da una certezza: “Nessuna violenza o diamo LORO la scusa per attaccarci”.

Nel gruppo, sotto alla discussione per la lista delle città da proporre, c’è stato chi ha chiesto il blocco di tutti i mezzi di trasporto, quindi anche delle autostrade. Non è dato sapere se qualcuno agirà in autonomia in questo senso.

Il proposito delle proteste tutti i giorni fino alla fine della dittatura

Per molti può sembrare assurdo, ma in questi gruppi coesistono fascisti dichiarati, elettori di tutti partiti, convinti comunisti e molto altro. Sono gruppi variegati e spesso scoppiano discussioni e lamentele interne. Ciò che li unisce è la paura, il timore che ciò che sta accadendo in tutto il mondo sia una forma di dittatura, sia una truffa organizzata e quindi la fine della libertà individuale.

Si pubblicano foto di parenti deceduti che, guarda caso, si erano vaccinati; si pubblicano conferenze sulla piattaforma Meet di Google di tre-quattro operatori sanitari anti-vax, anti-green pass e ovviamente anti-dittatura sanitaria.

Si fanno, insomma, tutti quei discorsi “complottisti” che vengono spacciati per vera informazione. Questa narrazione del “noi contro loro” fa superare le divisioni partitiche e fa scendere in piazza neo fascisti e anarchici a braccetto.

In queste ore le manifestazioni sono in corso a Milano, Roma, Bologna, Padova e molte altre città. A Roma ci sono scontri con la polizia, a Milano si grida “Fateci passare” e “Non ci intimorite”. Questo è il sesto sabato di proteste e non hanno intenzione di fermarsi fino alla fine della “dittatura”.

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