Secondo il Rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico, sono quasi 6 milioni gli italiani che vivono in aree ad alto rischio di frane e alluvioni.
L’incolumità di milioni di italiani è seriamente a rischio. Secondo il rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), in Italia sono 5,7 milioni i cittadini che vivono in zone a rischio di frane e alluvioni, di cui 1,28 milioni risiedono in aree classificate a maggiore pericolosità.
I dati sono molto preoccupanti: il 94,5% dei comuni italiani è soggetto a pericolo di fenomeni naturali potenzialmente letali. Ma quali sono le Regioni che rischiano di più?
Le Regioni più a rischio di frane e alluvioni
Nel 2024, la superficie del territorio italiano considerata a rischio frane è aumentata del 15% rispetto al 2021, passando da 55.400 a 69.500 chilometri quadrati, ovvero il 23% dell’intera superficie nazionale.
La regione più esposta è la Valle d’Aosta, dove gran parte del territorio è classificato come ad altissimo rischio con una probabilità di frana superiore al 90%. Ma non è l’unica area a presentare livelli critici. Anche il circondario di Napoli, il confine tra Campania e Puglia, alcune zone della Maremma toscana, i dintorni di Bergamo, in Lombardia e l’area sud-occidentale della Sardegna mostrano valori di pericolosità superiori all’80%.
Gli aumenti più marcati delle aree a rischio frane sono stati registrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (+61,2%), in Toscana (+52,8%), in Sardegna (+29,4%) e in Sicilia (+20,2%).
Per quanto riguarda il rischio alluvioni, l’Emilia-Romagna si conferma la regione più vulnerabile, soprattutto nella parte della Pianura Padana al confine con Veneto e Lombardia. Altri territori a rischio includono la fascia costiera tra Veneto e Friuli Venezia Giulia e alcuni tratti del litorale toscano.
I dati su erosioni costiere e valanghe
Il rapporto ISPRA ha fornito anche dati più confortanti. Per quanto riguarda l’erosione costiera, si registra (finalmente) un trend positivo: i tratti di litorale in avanzamento sono aumentati di circa 30 chilometri rispetto a quelli in arretramento.
Tra il 2006 e il 2020, oltre 1.890 chilometri di spiagge italiane - pari al 23% dell’intera linea costiera e al 56% delle sole spiagge - hanno subito modifiche significative. Le aree più colpite da questo fenomeno si concentrano lungo le coste del Lazio, della Calabria ionica, della Campania, della Sicilia meridionale e della Puglia, in particolare nel Salento.
Anche il le valanghe rappresentano una criticità per diverse aree del Paese. La superficie del territorio italiano potenzialmente soggetta a questi fenomeni si estende per 9.238 chilometri quadrati, pari al 13,8% delle aree montane situate sopra gli 800 metri di altitudine. Le zone maggiormente esposte a questo pericolo sono localizzate nelle Alpi - in particolare in Valle d’Aosta, Alto Adige, Trentino, Piemonte e Lombardia - ma non mancano aree vulnerabili anche lungo l’Appennino, soprattutto in Abruzzo.
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