Mostro di Firenze, chi è: la storia, le vittime e le verità nascoste

Luna Luciano

9 Dicembre 2021 - 19:23

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Mistero irrisolto quello del mostro di Firenze, primo killer seriale in Italia, autore di 8 duplici omicidi. Ecco tutto quello che c’è da sapere: chi è il mostro, le sue vittime e le nuove piste.

Mostro di Firenze, chi è: la storia, le vittime e le verità nascoste

Mistero irrisolto. Nel 1968 in Italia si consumava il primo di una lunga serie di omicidi che terrorizzò l’intero Paese. Vicino Firenze, a Signa, vennero esplosi ben otto colpi di una calibro 22 Long Rifle, la stessa che verrà impiegata in altri 7 duplici omicidi. Quello fu solo il primo delitto del “maniaco delle coppiette” meglio conosciuto come il “mostro di Firenze”.

Quello del “mostro di Firenze” fu il primo caso riconosciuto di omicidi seriali in Italia. La sua storia è tutt’oggi intricata e confusa e non è ancora stata del tutto chiarita, il caso rimane aperto. Molte furono le piste e i depistaggi. Da Pietro Pacciani, il più noto tra le persone indiziate, alla condanna dei suoi “compagni di merende”, fino alle ipotesi di possibili mandanti, di sette sataniche e tantissime altre ipotesi. Tutt’oggi l’inchiesta rimane aperta. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul caso del “mostro”.

Chi è il Mostro di Firenze

Il Mostro di Firenze è il nome con cui i media italiani indicarono il “maniaco delle coppiette”, autore di sette duplici omicidi tra il 1974 e il 1985 nella provincia di Firenze. A lui fu collegato un ottavo delitto, forse il primo, ma di attribuzione incerta, commesso nel 1968.

Tutti gli otto omicidi attribuiti al “mostro di Firenze” vedevamo come vittime giovani coppie appartatesi nelle campagne fiorentine. Oltre alla tipologia della vittima, gli omicidi avevano come comune denominatore l’arma: una Beretta calibro. 22 Long Rifle caricata con munizioni Winchester marcate con la lettera “H” sul fondello del bossolo. Tutte le coppie, a parte l’ultima, si trovavano in auto. Le vittime sono state spesso rivenute con ferite d’arma bianca, e in diversi casi il killer si è accanito con ferocia sul corpo delle donne, asportandone il pube. In soli due casi le donne uccise sono state mutilate del seno sinistro.

Scene macabre e raccapriccianti, che terrorizzarono e perseguitarono l’Italia. I luoghi degli 8 duplici delitti portarono gli inquirenti a ipotizzare che il killer conoscesse bene il territorio e che, almeno in alcuni casi, avesse pedinato le persone che poi avrebbe ucciso. La vicenda comportò un cambiamento nelle abitudini della popolazione vicino Firenze: le coppie evitarono di appartarsi, e si aprì un dibattito se concedere o meno ai giovani di vivere la propria intimità in casa.

Il mostro di Firenze: serie di delitti, chi erano le vittime

Otto duplici omicidi, violenti e sanguinosi, segnarono profondamente Firenze e il resto d’Italia. Il primo, ricondotto solo in un secondo momento al mostro di Firenze, avvenne diversi anni prima, nel 1968, rispetto ai successivi 7, avvenuti tra il 1974-1985.

  • Barbara Locci e Antonio Lo Bianco

Due amanti. Barbara Locci e Antonio Lo Bianco furono, come sospettano gli inquirenti, le prime vittime del mostro di Firenze. Il 21 agosto del 1968, intorno a mezzanotte, furono uccisi da ben 8 colpi di pistola. Si trovavano dentro un’auto, appartati in una strada vicino al cimitero di Signa, in provincia di Firenze. Entrambi sposati, lei era maritata al sardo Stefano Mele. In macchina con loro si trovava il figlio della Locci, Natalino Mele, di appena 6 anni. Il bimbo si salvò e alle due di notte busso alla porta di Francesco De Felice, chiedendo soccorso. Il primo indiziato fu il marito di lei, Mele, il quale risultò totalmente incapace di maneggiare un’arma. Cambiò versione più volte fino ad accusare altri amanti sardi della moglie, tra cui Salvatore e Francesco Vinci, per cui si parlò di “pista sarda”. Alla fine lo stesso Mele confessò e fu condannato. Eppure 15 anni dopo il caso fu riaperto e collegato ai successivi delitti compiuti dal “mostro”.

  • Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini

Seconda coppia di vittime: Pasquale Gentilcore, 19 anni, e Stefania Pettini, 18 anni. furono uccisi il 14 settembre del 1974 a Sagginale, una frazione di Mugello. Lui fu colpito tre volte, lei cinque, e ancora viva fu accoltellata decine di volte. Nella vagina le fu infilato un tralcio di vite e le furono asportati il seno sinistro e il pube. Dalle indagini emerse che la ragazza si era confidata con un’amica di aver fatto l’incontro di una strana e insolita persona.

  • Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio e Stefano Baldi e Susanna Cambi

Dopo 7 anni, nel 1981 furono due i duplici omicidi. Il primo a Scandicci Giovanni Foggi, 30 anni, e la fidanzata Carmela De Nuccio, 21 anni. Furono uccisi e lai fu mutilata al pube. Fu arrestato un uomo ma fu rilasciato perché mentre era in carcere fu commesso un altro duplice omicidio: Stefano Baldi, 26 anni, e Susanna Cambi, 24 anni. Anche questa volta la ragazza fu mutilata. Anche lei aveva confessato alla madre di essere pedinata.

  • Paolo Mainardi e Antonella Migliorini

Paolo Mainardi e Antonella Migliorini furono la quarta coppia assassinata nel giugno del 1982, a Baccaiano, frazione di Montespertoli. In questo caso i primi colpi sparati non uccisero l’uomo, che riuscì a far partire l’auto, ma altri colpi furono esplosi uccidendo i due fidanzati. Probabilmente a causa del luogo poco isolato l’assassino non ebbe il tempo di mutilare la ragazza. Con questo caso si collegarono gli omicidi a quello di Locci e Lo Bianco, interrogando Stefano Mele, fu accusato nuovamente Francesco Vinci, scarcerato a seguito di un nuovo omicidio. Vinci fu poi ritrovato assassinato nel 1993 in pineta.

  • Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch

La quinta coppia furono due turisti tedeschi assassinati nel 1983. Entrambi maschi, uno aveva i capelli lunghi e per questo probabilmente fu confuso con una donna.

  • Claudio Stefanacci e Pia Gilda Rontini

Penultimo duplice omicidio: Claudio Stefanacci e Pia Gilda Rontini. I due fidanzati vennero uccisi nel luglio del 1984 mentre si trovavano in macchina vicino a Vicchio. Il corpo della ragazza fu accoltellato e mutilato del pube e del seno sinistro.

  • Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot

Ultimo duplice delitto commesso nel 1985. A differenza delle altre vittime si trovavano in una tenda agli Scopeti, nel comune di San Casciano Val di Pesa. Qualche giorno dopo fu spedito alla procura di Firenze un brandello del seno della donna, indirizzato a Silvia Della Monica, la Pm incaricata delle indagini.

Chi è Pietro Pacciani: l’uomo accusato di essere il Mostro

Le indagini non si chiusero mai e continuarono fino al 1991, quando le forze dell’ordine, riunite nella SAM (Squadra Anti-Mostro), accusarono Pietro Pacciani di essere il Mostro di Firenze. Nel 1985 una lettera anonima consigliava agli inquirenti di indagare su Pacciani, già schedato dalla SAM, in quanto aveva le caratteristiche fisiche del killer. Nel ’91 Pacciani si trovava già in prigione per aver stuprato le due figlie, e precedentemente aveva scontato una pena di 13 anni, quando a 26 anni uccise l’amante della fidanzata, mentre lei aveva denudato il seno sinistro.

Accusato, arrestato e condannato in primo grado dal tribunale di Firenze per sette degli otto duplici omicidi, Pacciani fu poi assolto in appello nel 1994. La Cassazione annullò la seconda sentenza e ordinò un nuovo processo nel 1996. Il processo però non poté mai iniziare, poiché Pacciani fu trovato morto, mezzo nudo, con tracce nel sangue di un farmaco anti-asmatico, il 22 febbraio 1998. Non si ha quindi una sentenza finale sull’innocenza o colpevolezza di Pacciani.

Mostro di Firenze: le indagini

Le indagini sul mostro di Firenze non si sono mai fermate. Gli inquirenti tentarono in tutti i modi di trovare il colpevole. Molti furono i depistaggi e le ipotesi, ma solo in un secondo momento si arrivò a un punto di svolta. Infatti solo successivamente furono presi in esame i grossi movimenti di denaro sul conto in banca di Pacciani. Dalla metà degli anni Novanta le indagini coinvolsero anche alcuni amici di Pacciani, i cosiddetti “compagni di merende”:

  • Mario Vanni;
  • Giancarlo Lotti;
  • Fernando Pucci;
  • Giovanni Faggi.

Faggi fu assolto in tutti e tre i gradi di giudizio, mentre Pucci accusò gli altri due indiziati, dicendo di essere stato testimone oculare di due degli otto duplici delitti. Si arrivò quindi all’ipotesi che Pacciani, Vanni e Lotti fossero gli esecutori materiali degli otto duplici omicidi. Vanni e Lotti alla fine furono condannati solo per quattro degli otto omicidi.

In questo modo si arrivò all’ipotesi che ci fossero dei mandanti dietro i delitti del “mostro di Firenze”, il movente sarebbe stato di natura magico-esoterica. Ma le ipotesi e le indagini non si concludono qui. Si ipotizzò che fosse coinvolto anche un gastroenterologo, Francesco Narducci, trovato morto in barca poco dopo l’ultimo dei duplici omicidi, ma questo filone non portò poi a nulla di concreto.

Mostro di Firenze: le verità nascoste

L’inchiesta sul mostro di Firenze rimane aperta. Negli anni infatti un nuovo filone è stato aperto e la pista condurrebbe a Giampiero Vigilanti e il suo medico. Vigilanti, ex legionario, sarebbe nato a Vicchio, il paese di Pacciani. L’uomo. che conosceva i “compagni di merende” era già stato coinvolto nelle indagini a metà degli Ottanta, in quanto possessore di molte pistole, tra cui la Beretta calibro 22, usata nei duplici omicidi. In casa sono stati trovati articoli di giornale sui delitti. Ad oggi non c’è ancora niente di certo, l’unica cosa che si sa è che una Beretta calibro 22 fu l’arma con cui furono uccisi 16 vittime, che per 4 omicidi sono stati condannati i compagni di merende, ma per 3 duplici omicidi non è mai stato trovato il colpevole. Molte ancora le ipotesi: il Mostro di Firenze avrebbe avuto tre volti, quelli di Pacciani, Vanni e Lotti, ma allo stesso tempo altri sarebbero stati i mandanti. Il mistero del mostro di Firenze rimane quindi ancora irrisolto.

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