Monti al Quirinale: Aperta la Crisi di Governo. Adesso cosa succede?

Marta Panicucci

8 Dicembre 2012 - 12:25

Monti al Quirinale: Aperta la Crisi di Governo. Adesso cosa succede?

Di prima mattina il premier Monti è salito al Quirinale per riferire sulla situazione in parlamento. Il colloquio tra il premier Monti e Napolitano ha ufficialmente aperto la crisi di governo e gli interrogativi sul destino dell’esecutivo che sembra comunque irrimediabilmente segnato. È ormai chiaro come il Pdl stia staccando la spina al governo Monti e Silvio Berlusconi si stia preparando per una difficile campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative. Queste probabilmente si terranno a marzo insieme a quelle regionali in Lombardia e Molise.

La crisi di governo

A portare aria di crisi per il governo è stata l’astensione da parte del Pdl al voto sul decreto sviluppo e sui costi della politica. Il Pdl ha partecipato alla votazione per garantire il numero legale per il voto, ma ha di fatto tolto la maggioranza all’esecutivo. Il partito del Cavaliere considera ormai terminata l’esperienza del governo Monti, nato per migliorare le condizioni del paese, che a loro avviso, negli ultimi 13 mesi, sarebbero solo peggiorate. A onor di cronaca c’è da sottolineare anche il peso che hanno avuto, sulla presa di posizione del Pdl, le dichiarazioni del Ministro Passera, mostratosi molto negativo sull’ipotesi del ritorno di Silvio Berlusconi. Possibilità che, osservando i movimenti della borsa, nemmeno gli investitori e i mercati finanziari vedono di buon occhio.
Mario Monti non ha rinunciato alla prima della scala di ieri sera e all’uscita si è lasciato scappare una battuta sulla situazione: “il Re Sole si è allontanato da me”. Parole che sembrano avere come unico soggetto Berlusconi, anche se l’entourage del premier assicura che il professore non voleva riferirsi al Cavaliere.

Lo scenario probabile

Notizie più certe arriveranno alla fine del colloquio tra Monti e Napolitano, ma la strada da seguire per condurre serenamente il governo alla conclusione del suo mandato, sembra già tracciata. Monti confrontandosi con i partiti ha chiesto di poter portare a termine delle riforme nate durante il suo esecutivo. Il Pdl assicura il suo sostegno per la Legge di stabilità, per evitare l’esercizio provvisorio, e forse per il Decreto Sviluppo, per il resto si tiene la possibilità di valutare norma per norma. Quindi si porta avanti solo il pacchetto di norme considerato improrogabile e necessario alla tenuta del paese, ma nessuna certezza sul resto. Ciò significa che le tanto auspicate riforme sull’incandidabilità dei condannati e sulla legge elettorale sono destinate a finire su un binario morto. Approvati quindi i provvedimenti ritenuti essenziali si procederà allo scioglimento delle camere entro il 20 gennaio. Qui si apre un altro problema, quello relativo alla data del voto. Il tanto voluto Election Day sarà difficilmente attuabile visto che le elezione regionali del Lazio sono previste per i primi giorni di febbraio. L’unica possibilità è quella di accorpare le amministrative nazionali con le elezioni regionali di Molise e Lombardia fissate per marzo.

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