Modello 730/2014: errori, ritardi, sanzioni e responsabilità. Quando e come ci si può rivalere sul commercialista?

Valentina Brazioli

10/10/2014

Modello 730/2014, ogni anno è un caleidoscopio di dubbi per i contribuenti su possibili errori e ritardi, relative sanzioni e attribuzioni di responsabilità: in quali casi il cittadino può rivalersi sul commercialista?

Modello 730/2014: errori, ritardi, sanzioni e responsabilità. Quando e come ci si può rivalere sul commercialista?

Modello 730/2014: errori, ritardi, sanzioni e responsabilità. Quattro parole che caratterizzano – purtroppo – la vita del contribuente italiano, alle prese ogni anno con i classici dubbi in merito alla dichiarazione dei redditi. Chi deve pagare le la dichiarazione dei redditi è sbagliata o non viene inviata in tempo utile all’Agenzia delle Entrate? Se la responsabilità, di norma, ricade tutta sul singolo cittadino, in alcuni casi chi si è rivolto a un commercialista – per poi essere costretto ad adire le vie legali – si è visto dare ragione.

Come comportarsi in caso di commercialista negligente

In caso il contribuente si veda recapitare una cartella esattoriale causata dalla negligenza del proprio commercialista, le associazioni dei consumatori raccomandano di provvedere al pagamento, riservandosi successivamente la possibilità di far causa al professionista. Viste le lungaggini della giustizia italiana – e i relativi costi – spesso può essere una buona idea quella di trovare un accordo con il consulente sospetto di inadempienze. Nel caso ciò non fosse possibile, comunque, è bene tenere a mente – prima di procedere con la controversia giudiziaria – che spetterà al contribuente provare che la sua colpa è in realtà imputabile al commercialista. Inoltre, secondo alcune sentenze della Cassazione, chi deve pagare le tasse è comunque tenuto a vigilare sull’operato del professionista al quale si rivolge.

Una recente sentenza in merito

L’ultima sentenza sull’argomento, però, ha visto vincitore il contribuente: con la sentenza della Commissione tributaria provinciale di La Spezia, infatti, si è annullata la multa commissionata a un cittadino per non aver presentato la dichiarazione dei redditi. In questo caso, infatti, facendo riferimento al decreto legislativo n. 472 del 1997 si è riconosciuto che il contribuente non è punibile se dimostra che il pagamento del tributo non è avvenuto per cause addebitabili a terzi. Ovvero, la colpa era del commercialista.

Le sanzioni: in quali casi e quanto costano

I costi per i contribuenti inadempienti – per colpa loro o meno – sono infatti consistenti. Si passa dalla sanzione per mancata dichiarazione, dal 120 fino al 240 per cento dell’imposta dovuta e non pagata (minimo 258 euro), a quella per dichiarazione di reddito imponibile o di imposta più bassi del dovuto (dal 100 fino al 200 per cento dei tributi non corrisposti). Anche un errore in apparenza irrilevante come la mancata o erronea indicazione del codice fiscale può costare caro: da un minimo di 103 euro fino a un massimo di 2065 euro. Infine, chi non versa un’imposta o la paga in misura inferiore al dovuto, subisce una sanzione pari al 30 per cento della somma mancante, che scende però al 10 per cento se il contribuente riceve l’avviso dall’Agenzia delle Entrate e si mette in regola entro un mese.

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