Messico: il Governo aumenta il prezzo della benzina, i cittadini si ribellano

Marco Frattaruolo

5 Gennaio 2017 - 11:05

In Messico l’aumento del 20% del prezzo del carburante ha portato i cittadini a ribellarsi. Bloccate autostrade, distributori e saccheggiati negozi

Messico: il Governo aumenta il prezzo della benzina, i cittadini si ribellano

Non è andata giù ai cittadini messicani la decisione del governo di aumentare del 20% il prezzo del carburante. Migliaia di manifestanti negli ultimi giorni si sono riversati nelle strade delle maggiori città del Messico bloccando gli accessi alle autostrade, saccheggiando negozi e causando la chiusura di alcuni distributori di benzina. La polizia, intervenuta per cercare di riportare alla normalità la situazione, ha proceduto all’arresto di 250 manifestanti e alla denuncia di altrettante persone per atti vandalici. Solo a Città del Messico le autorità hanno fermato 76 persone e registrato 29 saccheggi in centri commerciali e 16 distributori di carburante costretti a chiudere.

Dopo l’aumento del 20% sull’accisa dei carburanti, in Messico la benzina è arrivata a costare 15,99 pesos (0,7 euro) al litro, una cifra che, se rapportata al costo della vita relativamente basso, appare piuttosto alta. Fino a prima dell’aumento in Messico il prezzo del carburante era restato molto basso anche grazie ai sussidi garantiti dal governo per il suo acquisto.

Perché il governo messicano ha aumentato il prezzo della benzina?

Il governo messicano ha commentato l’aumento del prezzo del carburante come una misura necessaria affinché sia possibile mettere ordine ai conti dello Stato, e assicurarsi in questo modo coperture economiche. Allo stesso tempo il governo ha fatto sapere che i prezzi del carburante varieranno da stato a stato (il Messico è formato da ben 31 stati federati) e verranno stabiliti quotidianamente.

Il commento ufficiale è stato affidato al ministro dell’Ambiente, Rafael Pacchiano, che al proprio popolo ha fatto sapere che era ormai diventato impossibile continuare con la politica del sussidio e dell’agevolazione per l’acquisto di carburante, che aveva finito per favorire in particolar modo i proprietari di auto di grande cilindrata. Il ministro dell’Ambiente ha quindi difeso la decisione del governo che, a detta sua, avrà ripercussioni positive sull’ambiente e sull’inquinamento dell’aria.

Dietro all’aumento del prezzo del carburante vi sarebbero inoltre le nuove politiche volute dal presidente Enrique Pena Nieto, volte a rendere maggiormente concorrenziale i settore dei carburanti e a ridurre il “monopolio” di Pemex, l’azienda petrolifera pubblica messicana, non in grado di rispondere al fabbisogno del paese.

Aumento del prezzo del carburante in Messico: i timori dei cittadini

A preoccupare i cittadini messicani, non vi è solo l’aumento del prezzo del carburante, seppur questo andrà a incidere direttamente sulle loro tasche, bensì il fatto che a partire dal mese di marzo il prezzo controllato dei carburanti verrà liberalizzato. I cittadini si domandano quindi cosa li aspetterà quando non ci sarà più lo stato a controllare il mercato. La loro preoccupazione è che si possa andare incontro a un ulteriore aumento dei prezzi.

Euronews ha riportato i commenti di due cittadini messicani, un uomo e una donna, che hanno rispettivamente affermato:

“La benzina è un problema, ma non tanto o non solo perché il prezzo aumenta. Il problema è che in oltre 30 anni non sono sono state costruite raffinerie, che si sono rubati i soldi delle tasse e questo ha costretto il Paese a importare petrolio”

“È una dimostrazione di completo rifiuto di tutto quello che il governo ha fatto finora. La benzina è la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

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