Traduciamo un articolo tratto dalla CNBC sui timori di eventuali fughe di capitali dai mercati emergenti diretti verso gli Stati Uniti.
Parlare di un rallentamento dei mercati emergenti frutto della decisione da parte della Federal Reserve di ridurre l’acquisto di titoli è "piuttosto esagerato" ha commentato il gruppo di analisti della Standard Chartered Bank, in risposta ai timori riguardanti i pericoli di una fuga di capitali diretta verso gli Stati Uniti, dove è atteso un aumento dei tassi d’interesse.
Timori infondati
Parlando alla CNBC in occasione del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, Peter Sands ha affermato di non essere affatto preoccupato
Non sono affatto preoccupato, le voci che girano sono piuttosto esagerate. Se si guarda dove la crescita economica più rapida si sta manifestando, dove si viene a creare il maggior ammontare di ricchezza, non si può negare che ciò stia avvenendo proprio nei mercati emergenti. Non è cambiato nulla da questo punto di vista. Il 2014 si prospetta come un ottimo anno per i mercati emergenti
ha affermato Sands.
Sands a settembre affermò che dal canto suo si aspettava un po’ di volatilità come risultato della decisione della Fed di ridurre il programma di acquisto di titoli sul mercato. Le banche hanno attraversato un anno piuttosto duro, con l’entrata in vigore dei nuovi propositi regolatori in Europa.
Le sventure di Standard Chartered
La banca Standard Chartered, focalizzata sul mercato asiatico, ha anch’essa trascorso un anno piuttosto turbolento. Nel 2012 la banca è stata accusata di aver violato le sanzioni USA sull’Iran. A causa di ciò è stata costretta a pagare 667 milioni di dollari di multa. Nel 2013, i suoi affari in Sud Corea hanno sofferto perdite per 1 miliardo di dollari. Non da ultimo, il direttore finanziario della banca e il capo della sezione consumer banking hanno annunciato questo mese le loro dimissioni.
Libera traduzione dalla CNBC
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