Trovati inquinanti chimici e metalli pesanti nelle mascherine: quali rischi per la salute?

Fiammetta Rubini

05/05/2021

05/05/2021 - 16:38

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Gli scienziati della Swansea University hanno scoperto inquinanti chimici potenzialmente pericolosi che vengono rilasciati dalle mascherine usa e getta quando vengono immerse in acqua. Trovati alti livelli di piombo, antimonio e rame. Lo studio.

Trovati inquinanti chimici e metalli pesanti nelle mascherine: quali rischi per la salute?

Che le mascherine fossero nocive per l’ambiente era già noto, ma quello che hanno scoperto gli studiosi dello Swansea University College of Engineering, una delle migliori università in UK per l’ingegneria, ha a che fare anche con i potenziali pericoli per la salute umana.

Lo studio mirava a indagare il collegamento diretto tra aumento delle mascherine e dei rifiuti associati alla pandemia di Covid-19 e inquinamento ambientale, per individuare il livello di sostanze tossiche presenti nei dispositivi di protezione ormai entrati a far parte della nostra quotidianità.

In tutte le mascherine testate sono stati trovati livelli significativi di sostanze inquinanti: micro e nanoparticelle e metalli pesanti rilasciati in acqua durante tutti i test.

Microparticelle inquinanti e metalli pesanti nelle mascherine: lo studio

Il team di studiosi ha scoperto che le mascherine chirurgiche rilasciano inquinanti chimici potenzialmente pericolosi quando vengono immerse in acqua. Trovati alti livelli di sostanze inquinanti tra cui piombo, antimonio e rame, all’interno delle fibre a base di silicone e di plastica delle mascherine.

I test sono stati condotti su una varietà di mascherine: da quelle più comuni a quelle colorate per i bambini, molte delle quali si trovano nei punti vendita al dettaglio del Regno Unito.

“C’è una quantità preoccupante di prove che suggeriscono che i rifiuti da DPI possono potenzialmente avere un impatto sostanziale rilasciando sostanze inquinanti semplicemente a contatto con l’acqua”, spiega il dottor Sarper Sarpe della Swansea University, a capo del team di ricerca. “Solo in Cina vengono prodotte circa 200 milioni di mascherine usa e getta al giorno. Tuttavia lo smaltimento di questi dispositivi è improprio e non regolamentato, ed è un problema di inquinamento da plastica che stiamo già affrontando e che continuerà a intensificarsi”.

Ma non è solo un problema per l’ambiente. “È inoltre necessario comprendere l’impatto di questo rilascio di particelle inquinanti tossiche sulla salute pubblica. Una delle principali preoccupazioni è che queste microparticelle si sono separate facilmente dalle mascherine nell’acqua, il che suggerisce che sono meccanicamente instabili pronte a staccarsi e disperdersi nell’aria”.

I rischi per l’ambiente e la salute umana

I ricercatori concludono che ciò avrà un considerevole impatto ambientale e solleverà la questione del potenziale danno alla salute pubblica, avvertendo che l’esposizione ripetuta potrebbe essere pericolosa perché le sostanze trovate hanno legami noti con la morte cellulare, la genotossicità e la formazione di tumori.

“Tutti noi dobbiamo continuare a indossare le mascherine visto che sono essenziali per la fine della pandemia. Ma abbiamo anche urgente bisogno di ulteriori ricerche e maggiore regolamentazione nella produzione e nei test delle mascherine, così da ridurre ogni rischio per l’ambiente e la salute umana”, ha detto Sarpe, che insiste sull’importanza di “un’indagine completa per determinare le quantità e gli impatti potenziali di queste particelle che penetrano nell’ambiente e i livelli inalati dagli utenti durante la normale respirazione”.

Gli scienziati sono preoccupati soprattutto per gli operatori sanitari, i lavoratori chiave e i bambini, che sono tenuti a indossare la mascherina per molto tempo durante la giornata lavorativa o scolastica.

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