Malattia professionale, indennizzo Inail più difficile: la sentenza del Tribunale di Ivrea

Valentina Brazioli

23/11/2014

Malattia professionale più difficile da provare, se la causa è un cattivo ambiente di lavoro. Un fatto già noto da tempo, ma che con il passare degli anni sta trovando numerose conferme da parte della giurisprudenza: ultimo, in ordine di tempo, il tribunale di Ivrea. Ecco che cosa è successo e cosa cambia per l’indennizzo Inail.

Malattia professionale, indennizzo Inail più difficile: la sentenza del Tribunale di Ivrea

Malattia professionale, se la causa è un cattivo ambiente di lavoro è sempre più difficile sperare di riuscire a far accogliere dall’Inail l’istanza di indennizzo. A confermarlo, una pronuncia del Tribunale di Ivrea risalente allo scorso 28 gennaio, il quale ha rigettato il ricorso di un dipendente presso una casa di riposo, affetto da un disturbo dell’adattamento con reazione depressiva, il quale sosteneva che la patologia fosse maturata nell’esercizio del proprio lavoro.

Differenza tra infortunio e malattia professionale

Ai sensi dell’articolo 3, dpr n. 1124 del 1965, la malattia contratta durante il lavoro è oggetto di tutela assicurativa; ma se nell’infortunio il rapporto con l’attività lavorativa è di provata occasionalità, nella malattia professionale il diritto sorge solo in caso di accertato nesso causale. In quest’ultimo caso, però, il principio viene meno se si tratta di una malattia già tipizzata dall’Inail, ossia “tabellata”.

Il caso del dipendente della casa di riposo, infatti, riguardava proprio l’ipotesi di una malattia non tabellata dall’Inail: già così, quindi, le pretese di indennizzo partivano già di loro piuttosto in salita. Come stabilito dalla Corte costituzionale nel 1998 (sentenza n. 179) è infatti onere del ricorrente fornire la prova dell’origine professionale della malattia da cui è affetto. Una dimostrazione tutt’altro che semplice, i cui tentativi spesso vengono dissuasi direttamente dalle sedi territoriali dell’Inail.

La circolare Inail sulla prassi

Chi decidesse, in ogni caso, di tentare la strada del ricorso, potrà trovare utili indicazioni all’interno della circolare Inail del 13/2/2006 contenente la prassi ufficiale dell’Istituto in materia. E’ questo stesso documento a indicare che l’impossibilità di raggiungere la certezza scientifica sul nesso causale tra malattia e lavoro, non è motivo sufficiente per escluderne il riconoscimento.

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